Nuovo museo nel Duomo della città murata

Nuovo museo nel Duomo della città murata

Entrare in un museo spesso significa  affacciarsi dentro un mondo palpitante di vita, dove quadri, affreschi ed oggetti hanno la potenza evocativa di restituire le voci, i sentimenti e le idee di persone vissute anche in un tempo molto lontano. Certamente quando quelle immagini raccontano storie sacre esse finiscono per acquisire la forza del mistero e a noi, uomini del  XXI secolo, sulle cui spalle poggia una storia millenaria, pongono straordinari interrogativi di fede e di cultura. L’apertura al pubblico  del nuovo museo del Duomo di Cittadella in questo fine settimana, dentro l’antica chiesa, in un percorso che si allunga e si snoda lungo i piani della torre campanaria,  offre al visitatore lo stupore di chi si trova davanti ad una bellezza inaspettata. Al visitatore giunto qui, dopo una passeggiata attraverso le strade della cittadina, circondata da alte e lunghe  mura, dopo essersi fermato  alle quattro Porte che non solo idealmente congiungono questo lembo di terra alle principali vie del territorio, sullo sfondo di montagne che sembrano così vicine, giunge, da subito la percezione delle vicende storiche  che hanno plasmato  questo Comune e quasi, come effetto di un incantesimo che nulla cancella, si sono consolidate  nelle forme degli edifici e dei manufatti artistici che possiamo ammirare intorno a noi. Quella statua di Sant’Antonio Abate che incontriamo all’ingresso della Torre   e che conserva ancora i resti della originaria policromia si riallaccia al periodo in cui sorse Cittadella, nel 1220, e al culto originario verso il santo eremita, invocato a protezione del bestiame e contro il “fuoco di Sant’Antonio”. La chiesa costruita al centro dell’elisse delle sue lunghe mura aveva forme romaniche e mantenne sostanzialmente il suo aspetto ancora nel Cinquecento, come è visibile  in un disegno conservato che risale al  1746 e che riproduce la sua pianta prima della demolizione. L’edificio sacro intitolato ora ai Santi Prosdocimo e Donato mostra, nella primitiva area absidale, lacerti di affreschi che risalgono dalle origini fino al Cinquecento. Accanto alla Madonna con il Bambino e Santa Margherita di metà del Duecento sono ancora visibili  le grandi figure di Sansone, Giosuè, Davide e del gigante Golia del ciclo parietale che eseguì  Jacopo da Ponte, tra il 1537 e il 1539, e che hanno come tema Storie dell’Antico Testamento. Lo stesso artista è l’autore di uno dei  maggiori capolavori che racchiude il museo: La Cena in Emmaus, che risuona nella scelta del soggetto delle tensioni originate nel territorio, in quel periodo, dalla Riforma protestante. Ecco dunque comparire nell’opera quella rondine sopra Cristo e gli apostoli, segno di Resurrezione, e quelle ciliegie sparse  sul tavolo emblema del sangue versato dal figlio di Dio. La scena sacra acquista  così il senso del quotidiano nel racconto del pittore. L’immagine è ariosa e luminosa: un interno che si apre verso l’esterno a simboleggiare la comunicazione fra mondi possibili.  In un altro capolavoro visibile nel museo: Il Compianto sul Cristo morto di Andrea da Murano del XV secolo va in scena un dramma. Le espressioni di sgomento dei partecipanti sembrano cristallizzarsi e, nella loro trasparenza, si confondono e al tempo stesso sembrano fondersi  con l’ambiente, dentro gli azzurri che degradano nei verdi delle acque e dei monti, e viceversa. Quelle cime che stringono la vallata, la nota Valsugana, adagiata ai loro piedi, accompagnano nel disegno delle forme la cittadina fortificata, lungo una traiettoria che fa focus sul dramma in corso. Attimi di concentrazione, un mondo di dolore ed una speranza che sembra farsi lieve e forte nel medesimo tempo, si leggono dentro gli occhi di chi soffre. L’ampliamento del museo ed il suo restauro erano stati affidati agli architetti  Carlo e Annabianca Compostella. Il primo stralcio dei lavori era stato concluso nel 2010 ed il secondo è terminato nel 2020. L’ideazione dell’allestimento delle opere  è frutto della collaborazione fra lo Studio dell’architetto Gianni Toffanello, il Museo Diocesano di Padova e  l’ufficio diocesano per i Beni Culturali. L’idea di un museo di arte sacra era nato fra il 1985 ed il 1986, quando un gruppo di volontari seguiti dal dott. Giuseppe Streliotto propose a Mons. Antonio Miazzi di riunire, restaurare ed rendere visibili al pubblico molti beni storico-artistici che giacevano abbandonati nei depositi. Alla sua realizzazione voluta dalla Parrocchia del Duomo hanno dato il loro significativo contributo, in passato, il Mibact e nell’ultima fase la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo assieme al Comune di Cittadella. Esso narra la storia del luogo attraverso gli artefici e i collezionisti delle sue opere. Non trascuriamo di soffermarci sul grande dipinto del XVI secolo che rappresenta una Flagellazione, attribuita in un primo tempo a Palma il Giovane, ma in questa fase di studi giudicata più vicina allo stile  di Andrea Vicentino o sull’incantevole Adorazione dei Magi del veneziano Leonardo Corona, un olio su tela dell’ultimo quarto del sedicesimo secolo. La Madonna con Gesù bambino in trono opera di Egidio Calderaro ci parla di un altro pittore attivo a Cittadella fra il finire del 500 e gli inizi del 600, della prima metà dell’Ottocento è invece un  Cristo alla Colonna, donazione dei conti Cittadella-Vigodarzere. Tra le sculture lignee, tutte di epoca medievale e rinascimentale, spiccano il busto di una Vergine annunciata, un Crocefisso processionale quattrocentesco e poi ancora un San Rocco eun San Sebastiano del Cinquecento. Tra le testimonianze del passato di arte applicata campeggia il monumentale Apparato per le Quarant’ore in legno intagliato e dorato, il rarissimo Parato in terzo con preziosi ricami del millecinquecento, un reliquario quattrocentesco di Bartolomeo da Bologna  e non possiamo omettere lo Stendardo processionale dedicato a San Girolamo. Per la visita del museo sarà anche possibile usufruire di un biglietto cumulativo che darà l’accesso ad un prezzo scontato  al Camminamento di Ronda sulle mura di Cittadella. Gli orari attuali di apertura sono la domenica ed i giorni festivi dalle ore 10.00 alle ore 12 e dalle 17.00 alle 19.00 nel  periodo estivo e nel mattino del sabato dalle 17.00 alle 19.00. Per gruppi di almeno dieci persone la visita è sempre possibile anche in tempi diversi. Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 9404485.

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