Gli errori dell’ex re Giorgio che paghiamo caro
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La Corte Costituzionale ha bocciato il blocco delle pensioni del duo Monti-Fornero. Certo, il nostro Paese nell’autunno del 2011 ha rischiato il default. Tutti i drastici provvedimenti adottati dalla squadra dei professori sono stati accettati (subiti?) da un Parlamento di nominati che aveva un unico obiettivo: restare incollato allo scranno che una legge elettorale stupida (il porcellum) ne aveva favorito l'ascesa a Montecitorio e Palazzo Madama. La paura di elezioni anticipate li ha sicuramente sorretti. Il ruolo dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Pochi osservatori hanno riconosciuto che l'atteggiamento del Quirinale in quegli anni tempestosi è stato assai discutibile se non contra legem. Quando un Parlamento non funziona la soluzione più democratica è chiamare il popolo al voto. Lo si è fatto in Israele, in Grecia, in Spagna. E non sono nazioni meno democratiche della nostra povera Italia. Ma tant'è. Certo che se si fossero sciolte le Camere nel novembre del 2011 avremmo avuto esiti ben diversi da quello odierno. Mario Monti non sarebbe stato nominato senatore a vita, non ci sarebbe stato alcun governo tecnico, il partito democratico alle elezioni avrebbe stravinto con numeri bulgari, Matteo Renzi si troverebbe ancora a Palazzo Vecchio, nella sua Firenze. Purtroppo, per responsabilità di una inetta classe politica e di un pauroso capo dello Stato abbiamo dovuto sorbirci dei governi Monti-Letta-Renzi imposti in modo arbitrario e assai discutibile dal Colle. Non è che davvero ci sia stato lo zampino di Francia e Germania? Visto l'andamento dello spread nel periodo luglio-novembre del 2011, il sospetto di un Paese, l'Italia, a sovranità limitata viene. Il disastro Napolitano: tutti (o quasi) ad osannarlo per avere avuto la forza di salvare il Paese dal default. Invece non è proprio così. Il Quirinale ha affossato la democrazia. Ha causato parte dei mali di cui soffre il Paese. Se avesse osservato, come suo preciso dovere, l'art. 1 della Costituzione (la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione) probabilmente racconteremmo un’altra storia.L'ex Presidente della Repubblica, a mio avviso, ha violato la carta costituzionale in modo palese. Danneggiando l'Italia e il suo popolo. Avrebbe dovuto immediatamente sciogliere le Camere (diciamola tutta, questo supremo atto lo avrebbe dovuto compiere già nell'autunno del 2010, quando il governo Berlusconi, pur avendo una maggioranza bulgara (sempre conseguenza di una legge elettorale porcata) non riusciva ad andare avanti. E di qui la frattura con Gianfranco Fini, la nascita dello scilipotismo, con passaggi di barricata di deputati e senatori dall'Italia dei Valori e dell'allora Alleanza Nazionale a sostegno di una traballante maggioranza. Oggi ci risiamo. Il Parlamento andrebbe sciolto, perché privo del consenso popolare. Renzi non è stato eletto, così come non era stato eletto Enrico Letta, né tanto meno Mario Monti, il quale, per dignità dovrebbe dimettersi da senatore a vita. Poi viene tristemente da considerare quanti parlamentari sono saliti sul carro di Matteo Renzi, in particolare i transfughi in massa da Scelta Civica. Gli Scilipoti ed i Razzi si sono moltiplicati. Solo che qualche anno fa i salti della quaglia sono stati stigmatizzati come comportamenti da condannare, oggi nessun commentatore (o quasi) li censura. L’art. 67 della Costituzione stabilisce che ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato ma il corpo elettorale ha eletto (si fa per dire,… tutti sono dei nominati dai segretari di partito) i vari Andrea Romano, Stefania Giannini, a rappresentare le istanze di Scelta Civica (che si contrapponeva decisamente, come programma di governo nel febbraio 2013, al partito democratico di Pierluigi Bersani, per non parlare di Gennaro Migliore di Sel. Qualche lettore rammenta questa frase proferita qualche anno fa da Matteo Renzi nel salotto di Bruno Vespa?. “Non si sta nel Parlamento con i voti presi dal Pd per andare contro il Pd. È l'ora di finirla con chi viene eletto con i voti di qualcuno e poi passa di là... Vale per tutti, a destra e a sinistra. Se io prendo e decido di mollare con i miei, è legittimo farlo. Però allora devo anche avere il coraggio di avere rispetto per chi mi ha votato”. Oggi, il ragazzo di Rignano sull'Arno, è ben contento dei nuovi stabilizzatori, così sono definiti i novelli Scilipoti. Quale sarebbe stata la composizione del Parlamento se Napolitano avesse sciolto le Camere nel dicembre del 2010? Come sarebbe stato suo preciso dovere di custode della Costituzione. Forse nessuno avrebbe parlato di colpo di stato. Forse il Paese sarebbe uscito dal lungo tunnel della crisi economica ben prima. Per concludere, Giorgio Napolitano ha per davvero inguaiato l’Italia. Tutti a sperticarsi in elogi fuori luogo, quando invece avremmo tutti dovuto criticarlo in modo molto aspro. Anche l’ex re Giorgio dovrebbe dimettersi da senatore a vita. Come Monti. Il pasticcio sulle pensioni un governo serio non lo avrebbe fatto. Di questa mole infinita di errori ne paghiamo lo scotto. Oggi.
Marco Ilapi