Cambi di casacca al Senato: una vergogna tutta italiana

Effetto calamita di Matteo Renzi. Fuga dal M5S. Gli eletti in Senato erano 54, ma tra espulsi e fuoriusciti volontariamente, oggi sono rimasti in 39. L’ultima a fare le valigie è stata Cristina De Pietro. Quasi tutti gli ex M5S sono finiti nel gruppo Misto (solo un senatore, Battista, è passato al gruppo delle Autonomie, in maggioranza), ma anche lì c’è stata una spaccatura tra i dissidenti. Il dissenso del dissenso. E così si è formata la componente Movimento X (Romani, Pepe, Mussini, Bignami), quella di Italia Lavori in Corso (Bencini, Bocchino, Campanella, Casaletto, De Pin e Orellana) e i «cani sciolti» (Anitori, De Pietro, Gambaro e Mastrangeli). Solo cinque, invece, le defezioni alla Camera: tutti nel gruppo Misto, tranne Zaccagnini che pochi giorni fa ha aderito a Sel. Così Marco Bresolin su La Stampa.

E' ripartita la saga Voltagabbana a Palazzo Madama

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Gli errori del M5S gettano Renzi nelle mani dell'ex Cav

Dopo il boom alle politiche, il problema del rapporto del leader del M5S con i media è diventato decisivo: la tivù sarà anche “morta”, ma è tuttora in grado di veicolare milioni di voti, soprattutto quelli dei non nativi digitali. Per un po’ i 5 Stelle hanno insistito con la tattica morettiana del “mi si nota più se vengo o non vengo?”, lasciando che i parlamentari partecipassero alle trasmissioni politiche protetti da una sorta di “parentesi” (in collegamento o comunque interagendo solo con il conduttore). Il risultato è stato talora surreale, per esempio il Vito Crimi che si rifiutò di rispondere alle domande di Dario Vergassola a In Onda. Dopo l’individuazione di alcuni parlamentari mediaticamente spendibili, la linea Maginot è via via caduta fino allo sdoganamento del talkshow, ad esempio Otto e mezzo eServizio Pubblico; restano invece inaccettabili MatrixQuinta colonna e Piazzapulita, dopo un’intervista di Formigli a Nicola Morra reputata scorretta.

Il M5S ad un bivio

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