Tra Ue e Bce, i “nemici” esterni del Pil italiano

Meloni ha poco da sorridere, la crescita italiana si è fermata in primavera

L’inflazione scendere ma troppo lentamente (la media annua è del 6%, l’inflazione di fondo al 4,5% secondo Bankitalia) e solo l’anno prossimo dovrebbe tornare vicina all’obiettivo del 2%. Ciò vuol dire che i tassi d’interesse saliranno ancora: tra dieci giorni, giovedì 27, la Banca centrale europea deciderà un nuovo rincaro. Secondo Ignazio Visco, governatore fino a novembre, la corsa al rialzo si fermerà solo a fine anno. La politica monetaria, dunque, continua a dare una spinta al ribasso (...) La tenuta dell'economia dipende da alcuni fattori esogeni: la politica fiscale, la strategia della Bce e quella dell'Unione europea. Il bilancio pubblico italiano è in sofferenza, l'ultimo allarme viene da Paolo Savona (...) Se non arrivano i quattrini europei del Pnrr si apre un problema immediato di liquidità che costringerà a emettere nuovi titoli di stato aumentando così il debito che finora è in discesa in rapporto al Pil, ma resta al 140% superiore anche a quello greco e batte nuovi record in quantità (a maggio è arrivato a 2.817 miliardi aumentando di cinque miliardi nel corso del mese e di oltre 59 miliardi in un anno).Il commento si Stefano Cingolani su Il Sussidiario.

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Sfiducia di Visco e Draghi al Governo dei sussidi

I ristori ai ristoranti. Non è un facile gioco di parole, perché tra ristori e ristoranti si gioca il presente del Governo. Il futuro invece dipende da che cosa accadrà al piano per la ripresa. (...) Bonus, sussidi, debiti su debiti, debiti necessari, ma debiti cattivi se vogliamo usare la distinzione introdotta da Mario Draghi. In attesa dei debiti buoni, quelli che dovrebbero finanziare il ritorno alla crescita e che, invece, sembrano fuori dall'orizzonte del Governo. Le considerazioni di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

La drammatica (per l'economia) politica dei sussidi a pioggia

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Gli altri corrono, l'Italia arranca

“A metà dell’anno il Prodotto interno lordo è tornato al livello raggiunto nella prima parte del 1993 – ha detto Ignazio Visco al forum Euro Science – In termini di Pil pro capite, siamo addirittura agli ultimi anni 80”. La distanza con gli altri Paesi fa rabbrividire. Mentre è abbastanza simile la caduta provocata dalla pandemia, la vera differenza dipende dal fatto che quando è arrivato il Covid-19, l’Italia aveva accumulato un ritardo spaventoso. Negli Stati Uniti il Pil è già tornato ai livelli del 2014, in Germania al 2010, in Francia al 2002 così come in Spagna. Il balzo indietro dell’Italia è davvero spaventoso. Da che cosa dipende? Visco ha passato in rassegna le cause e ha ripetuto le raccomandazioni che aveva già rivolto a più riprese. (...) Nove imprenditori su 10 (90,5%) ritengono che l'Italia debba avvalersi del Mes per far fronte all'emergenza Covid-19. Il Governo invece continua a non scegliere, prigioniero com'è dei veti incrociati, paralizzato dalle tensioni politiche interne, dallo sbandamento del M5S dal quale il presidente del Consiglio è stato espresso, e dalla scadenza elettorale che secondo molti potrebbe segnare la fine di questo esperimento politico, comunque esse vadano. Anzi, paradossalmente, se il Pd vince o quanto meno si difende bene, vorrà un premio in un Governo dove finora ha giocato un ruolo se non di junior partner, certo non da leader.Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

Guai in vista per Palazzo Chigi

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