Gelata da Buxelles, meno soldi per l'Italia

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Per Giuseppe Conte è arrivato un brutto scherzo e proprio dalla persona di cui si fidava di più: Angela Merkel. Sbarcato nella penisola iberica per i vertici con Pedro Sanchez e Antonio Costa, il premier italiano ha provato a tracciare una sorta di santa alleanza anti frugali con l’idea di poter convincere la Cancelliera a confermare il piano da 750 miliardi di euro per il Recovery Fund. Ma nemmeno il tempo di arrivare a Madrid, Conte ha ricevuto una doccia gelata arrivata direttamente da Berlino: il fondo può essere tranquillamente di 500 miliardi. Una sforbiciata che ha tutto il sapore di una vittoria (importantissima) dei “frugali”, che in Europa hanno rappresentato per mesi l’ala più dura degli avversari degli aiuti europei verso il Sud. E chiedevano alla Germania di fare i loro interessi, ovvero meno soldi a “fondo perduto” e puntare invece su prestiti mirati in base alle riforme promesse dall’Italia, che per troppo tempo – a detta dei rigoristi – ha fatto la “cicala”. In poche parole meno aiuti e più prestiti: e cioè agevolare il Mes riducendo sensibilmente la quota del Recovery Fund. Il commento di Lorenzo Vita su il Giornale.

Recovery Fund, marcia indietro di Angela Merkel

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Provaci ancora, Conte, a semplificare non a ...

...a complicare! Dai grandi appalti alle procedure più piccole. Di recente è girato un video di Carlo Cottarelli in cui l’economista, tra il divertito e lo sgomento, raccontava la sua peripezia per il rinnovo della patente alla Motorizzazione civile: volendo andare allo sportello 'fisico' aveva poi scoperto solo lì, sul posto e senza alternative, che era obbligato invece a chiedere un appuntamento via mail, da cui avrebbe avuto poi una risposta. Un esempio forse banale, ma che fa capire come sia la somma di tante piccole novità e azioni a poter far compiere realmente un balzo di qualità alla vita degli individui. La prima semplificazione deve stare nella testa del legislatore e di ciascuno di noi. Tutto il resto, anche il piano legislativo, diverrebbe allora una logica conseguenza. Il commento di Eugenio Fatigante su Avvenire.

Semplificare? Fino ad oggi non c'è riuscito nessuno. Ci riuscirà l'avv. Conte?

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Abbiamo un governo-tentenna

Il presidente del Consiglio rischia di fare la fine di Massimo D’Alema che giusto vent’anni or sono era capo del governo e cercava la famosa legittimazione popolare che non aveva avuto, avendo fregato la sedia a Romano Prodi con bell’astuzia, e decise di avere alle Regionali il bagno di consensi che ne avrebbe assicurato imperituro potere: ma invece ne ricavò un “bagno” politico, nel senso che, perdendo un po’ di regioni, dovette lasciare Palazzo Chigi per non tornarvi mai più. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

Conte, Pd e M5S in surplace, il governo si ricordi di D'Alema 20 anni fa

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