Tutti i tentativi di evitare una guerra “totale”

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L'Occidente di fronte alla prospettiva di una deflagrazione bellica terrificante

Il tempo presente è destinato a contrassegnare per lunghe decadi il tempo futuro. Siamo entrati nel terzo shock esogeno al ciclo economico mondiale: quello dopo la contaminazione pandemica e la guerra imperiale e inter-imperialistica della Russia nei confronti dell'Ucraina. Lo Stato ebraico avrebbe dovuto divenire il centro di una nuova "via del cotone" in funzione anti-cinese come ipotizzato nell'ultimo G20. Per distruggere questa nuova articolazione del plesso del potere mondiale del Grande Medio Oriente si è sviluppato l'attacco iraniano-saudita-palestinese a Israele. Un attacco che vuole aggredire la struttura nervosa dei rifornimenti di materie prime fossili al mondo intero e in primis all'Europa, come continente a egemonia franco-tedesca e a dominazione tecnocratica non elettiva di stampo funzionalista al modo dell'Unione Europea.

Il fuoco che incendia la prateria è l’odio anti-israeliano delle correnti storiche del patriottismo terroristico palestinese che hanno storia, nome, cognome. È iniziato un nuovo modello di lotta armata globale che sa intrecciare terrorismo e potenza statuale in un’asimmetria che ha fatto da decenni le sue prove, a iniziare dall’attentato di Monaco nel 1972, e che è proseguito con gli attentati che hanno sconvolto l’Italia e l’Europa. Durerà a lungo. Il commento del prof. Giulio Sapelli su il Sussidiario.

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Cosa rischia l’Italia nel gioco al massacro del 2023

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Anno di grazia 2023, l'Italia rischia

Il 2023 sarà un anno sovradeterminato dalla situazione cinese, ovvero dal disvelamento davanti al mondo del vero assetto strutturale e sociopolitico del sistema di dominio dell’Impero di mezzo (...) Il nuovo italico Governo deve confermare alleanze e resilienze ma con la consapevolezza che dobbiamo cambiare passo. Gli ultimi trent'anni sono stati drammaticamente disastrosi e il nostro insieme degli interessi prevalenti è stato calpestato: dall'industria alla finanza alle infrastrutture. Il commento dell'economista Giulio Sapelli su il Sussidiario.

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I Paesi del Golfo pronti a conquistare l’Europa (a pezzi)

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Attenti al lupo! Cioè ai Paesi del Golfo...

La crisi organica italiana si è trasformata in crisi organica dell’Ue (...) La cattedrale di regole costruita con la retorica della pace perenne europea si è disgregata sotto i colpi di maglio della guerra imperialistica russa che si è disvelata – dopo la Crimea e la Georgia e le prime occupazioni ucraine – in forma piena con l'invasione dell'Ucraina (...) Le nuove borghesie del Golfo, travestite da poliarchie monarchiche poligamiche, combattono l'una contro l'altra in una guerra senza esclusione di colpi per conquistare i mercati economici e politici europei attraverso la via meno costosa: quella della disgregazione dell'Ue. Il commento del  prof. Giulio Sapelli su Il Sussidiario.

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