Trump ruggisce, l'Europa silente

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Donald Trump è scatenato più di Django. Ormai non passa giorno senza che attacchi qualcuno. Nei giorni buoni è un attore che gli fa il verso in Tv, un giornalista che lo critica, un politico democratico che gli sta sulle scatole. Nei giorni meno buoni, per esempio ieri, manda a carte quarant’otto il fondamento della distensione nucleare, se la piglia con la Russia, silura le esportazioni cinesi negli Usa e fa tremare le Borse di mezzo mondo. Va così, con l’America first! È complice, ovviamente, il clima da campagna elettorale permanente che vige negli Usa da quando Trump ha messo piede alla Casa Bianca. Il commento di Fulvio Scaglione su Linkiesta.

Trump si muove pericolosamente perché vuole la rielezione alla Casa Bianca

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Usa e Russia, nuovo rapporto grazie a Donald

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Nel 1991, quando sulle torri del Cremlino fu ammainata la bandiera sovietica, gli americani dovevano decidere se aiutare la Russia a riprendersi come avevano fatto dopo la guerra con l'Italia e la Germania, oppure indebolirla ulteriormente ed espellerla dall'Europa. Gorbaciov e Reagan avevano in mente la prima strada, ma poi prevalse la corrente di pensiero del consulente strategico della Casa Bianca Brzezinski, secondo cui gli Usa, diventati l'unica superpotenza del mondo, dovevano restare i soli a governare il pianeta. L'editoriale di Francesco Alberoni su il Giornale.

Con Trump, Usa al capolinea

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