Nasce un nuovo Patto del Nazareno?

Sembra inevitabile considerare la congiuntura attuale del signore che occupa Palazzo Chigi. L' estate del 2015 si sta rivelando fantozziana per il Chiacchierone fiorentino. Le promesse mancate e quanto accade attorno alla sua poltronissima diventano fonte di problemi giganteschi. Mi limito a indicarne qualcuno.
L' invasione dei migranti che continua senza sosta. La rabbia di tanti italiani alle prese con un' accoglienza disordinata che ricade sulle loro esistenze. Il rischio pesante di un terrorismo islamico sempre più vicino a noi. Il focolaio della Libia che, prima o poi, ci obbligherà a un intervento. Il problema delle quote di clandestini che l' Europa intende risolvere a nostro danno. L' uscita di Verdini da Forza Italia è stata concordata con Berlusconi nella speranza di insinuare nel campo renzista qualcuno che ricorda i poliziotti infiltrati sotto copertura nel vertice di una struttura criminale per indebolirla. L' altro è che la parrocchietta di Denis avrà il compito di trattare con Renzi, da una posizione neutrale, un nuovo Patto del Nazareno. L'editoriale di Giampaolo Pansa su Libero.

Il divorzio tra Silvio e Denis fa sorridere Matteo

Leggi tutto...

De Luca sì, De Luca no, le ambiguità di Renzi

 

Matteo Renzi ha mal digerito la candidatura di Vincenzo De Luca nel Pd campano. Si può dire che l'ha subita, trangugiando amaro. Ha vacillato per settimane, mesi, alla fine ha dovuto accettare il responso delle primarie in terra di Campania. Molti scordano che un candidato a governatore della regione era Luigi Nicolais, successivamente Gennaro Migliore, transfugo dal movimento di Nichi Vendola, Sel. Nelle strane primarie del partito che un tempo era di sinistra, dove votano un po’ tutti e, conseguentemente, il risultato può tranquillamente essere manipolato (e su questo punto ha ragioni da vendere Silvio Berlusconi a non accettarle per Forza Italia). Come si è visto in Liguria, dove per Raffaella Paita hanno votato anche folle di personaggi ascrivibili alla destra. Come era accaduto giusto in  Campania nelle precedenti primarie,  quando il candidato alla regione era l’europarlamentare Andrea Cozzolino e a votare si erano recati frotte di cinesi, le primarie devono essere regolamentate per legge, per essere attendibili. E non si può parlare di vittoria della democrazia quando a recarsi alle urne sono poche decine di miglia di persone su una popolazione di oltre 5 milioni di abitanti. . Riferisce  Panorama: “I giornalisti raccontano di essere riusciti a votare quattro volte, senza esibire documenti, non fanno più notizia. Non è un grande problema neppure il fatto che dei 150.000 votanti, 50.000 siano di Salerno (patria del vincitore De Luca), contro i 65.000 di Napoli e le poche migliaia delle altre province. Questo nonostante Napoli abbia il triplo di abitanti di Salerno.  ha vinto le primarie campane proprio chi non avrebbe mai dovuto vincere. Quel Vincenzo De Luca, già sconfitto da Stefano Caldoro (Forza Italia) cinque anni fa, odiato da tutta la nomenklatura campana, ma soprattutto condannato in primo grado, e quindi, per effetto della Legge Severino, incompatibile con la funzione di Governatore”.

Il premier queste cose le sa bene e non avrebbe voluto questo candidato nelle liste Pd, ma, è comprensibile la frenesia di Renzi di voler fare lo schiacciasassi ora e sempre. Indossare  le vesti del rottamatore con Vincenzo De Luca proprio non ci sta, stante che l’ex sindaco di Salerno, oltre ad essere stato condannato (per la legge Severino, ineleggibile) è una vecchia, vecchissima volpe della politica salernitana. Però è capace di portare consenso su larghi strati della popolazione della Campania. A Renzi questo preme e della questione morale se ne infischia. Oggi se la prende con la povera Rosy Bindi. Avrebbe dovuto pensarci prima, non candidando De Luca a governatore. Peggio di così non poteva andare. De Luca rischia di vincere le elezioni e il giorno seguente dire “Ciao” alla carica di governatore. A cui tiene moltissimo.

Marco Ilapi

Leggi tutto...

Ancora due settimane e si andrà alle urne

Amministrative in 7 regioni. Il Pd parte favorito ma non si escludono sorprese. Resta da capire come faranno gli elettori, ormai abituati al meccanismo semplice del bipolarismo, a dipanare le matasse imbrogliate che gli si presenteranno nelle urne. Al momento, c’è una sola previsione possibile: a parte l’astensione, che rimane il rifugio dei più stufi, a beneficiare della guerra civile che si combatte a sinistra e a destra potrebbe nuovamente essere Grillo. Un editoriale di Marcello Sorgi su La Stampa.

Regionali, un test per il premier

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .