Sulla Cina, la strategia guida è il de-risking

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La Cina di Xi è attenzionata dall"Occidente

I cittadini di alcune medie potenze non europee sono favorevoli alla presenza economica cinese nel loro Paese, secondo quanto emerge dai dati dell’Ecfr. Le maggioranze in Arabia Saudita (64%), Sudafrica (58%), Brasile (52%) e Turchia (52%) hanno espresso una media di accettazione per cinque tipi di presenza economica cinese nei loro Paesi. Feedback positivi sono arrivati su domande riguardo al se le aziende cinesi dovrebbero essere autorizzate ad acquistare una squadra sportiva importante, un giornale, un’azienda tecnologica o un’infrastruttura nel loro Paese, e se dovrebbero essere autorizzate a costruire tali infrastrutture. Ma in questo caso, ripetendo un precedente sondaggio dell’Ecfr, la percentuale scende notevolmente, al 29%, tra gli europei. È uno spaccato del mondo (...)Per Janka Oertel, direttrice del China Program dell'European Council on Foreign Relations, la questione degli EV racconta le ragioni per cui "lEuropa deve rafforzare le proprie difese in questo senso e indagare in caso di sovvenzioni illegali. È fondamentale per il futuro dell'economia europea salvaguardarsi dalle overcapacities, in particolare quando l'economia cinese subisce un rallentamento".Il commento di Emanuele Rossi sul sito Formiche.

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Il problema per la Meloni la convivenza con gli alleati

Giorgia, guardati dai tuoi compagni di strada!

Le sliding door di Giorgia Meloni sono intasate da presunti alleati interni ed esteri. I serpenti in seno sono Matteo Salvini e l'amico conservatore Mateusz Morawiechi. Diciamo che le serpi lei se l'è cercate e trovate. È lì il suo campo politico, è quello l'esercito irregolare con il quale l'underdog è andata al governo in Italia e spera di conquistare l'Europa. Al leghista «ciao core» non può dirlo, altrimenti perde il governo. Con il polacco un pensiero dovrà farlo prima o poi: diventerà sempre più ingombrante, imbarazzante. Mentre si illude di potere gestire il padano, nonostante le stia facendo vedere i sorci verdi con una serie di siluri di avvertimento. Mai con i socialisti, mai con gli amici del woke-pensiero, con chi vuole costringerci a passare alle auto elettriche e vivere in case green da qui a pochi anni, devastando le tasche degli italiani. Temi sui quali Meloni non solo è ipersensibile, ma d'accordo (...) Tanti serpenti a sonagli girano attorno alla sua poltrona, mentre Giorgia l'Africana porta il suo Piano Mattei alle Nazioni Unite (concentrate più che altro sul conflitto in Ucraina). Dal freddo piedistallo del Palazzo di vetro ha parlato di confini, identità nazionali, schiavismo, di un Continente pieno di materie energetiche e di giovani che fuggono da povertà e guerre. Sotto la statua di Cristoforo Colombo ha avvertito che l'Italia non può essere il campo profughi dell'Europa (...) il suo principale alleato alle europee,appunto Morawiechi, finora il maggiore sostenitore di Volodymyr Zelensky, mostra segni di grande nervosismo su un terreno che è la sua principale polizza assicurativa sullo scenario politico internazionale. Magari saranno i polacchi a diventare ingombranti nei futuri equilibri politici comunitari. E lei dovrà decidere se buttarli a mare. Cosa che invece non potrà fare con Salvini che sta impostando tutta la sua campagna con l'estrema destraIl commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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L’agenda del Ppe e il futuro (presidenziale) di Draghi

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Weber, la prossima Commissione Europea sarà ancora a trazione popolar-socialista

Manfred Weber in un'intervista al Corriere della Sera,  ha  preannunciato che il "candidato di punta" del Ppe il prossimo giugno sarà l'attuale presidente della Commissione Ursula von der Leyen, se questa accetterà. Se così avverrà (e le probabilità sembrano aumentare di giorno in giorno) vi sarebbero fin d'ora pochi dubbi che per altri cinque anni il "Premier Ue" sarà appunto von der Leyen (...) Mario Draghi in un intervento sull'Economist ha sollecitato l'Europa a un cambio di passo proporzionato a un cambio d'epoca che il Vecchio Continente sta vivendo per primo. Ha colpito – dopo un anno di silenzio – il tono deciso con cui l'ex Presidente della Bce ha incalzato la prospettiva di un ripristino inerziale dei parametri di Maastricht: cioè di un ritorno alla gestione tecnocratica centralizzata che ha caratterizzato l'Ue nell'ultimo trentennio. Il commento di Nicola Berti su Il Sussidiario.

 

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