Passioni italiane. La settimana dell'Italia a Parigi

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L’Italia sarà Ospite d’Onore al Festival du Livre de Paris e a ITALISSIMO. La passione corre sui libri. Essi dal 17 al 23 aprile saranno protagonisti, assieme ai loro autori, di una settimana tutta italiana a Parigi. Sette giorni di incontri, lectio, dialoghi, mostre e spettacoli distribuiti in alcuni degli spazi più iconici della capitale francese, in un grande contenitore di parole, idee ed emozioni: Passioni Italiane. Sono previsti due percorsi paralleli: la partecipazione dell’Italia come Paese Ospite d’Onore al Festival du Livre de Paris, dal 21 al 23 aprile al Grand Palais Éphémère e l’ottava edizione di ITALISSIMO, il Festival di letteratura e cultura italiane dal 18 al 23 aprile, in diversi luoghi della città. E quasi cinquanta sono gli ambasciatori speciali della creatività del nostro Paese: le scrittrici e gli scrittori invitati a presentare i loro libri più recenti e le traduzioni in arrivo sul mercato francofono, in una fotografia in movimento dell'editoria nazionale, tra narrativa e saggistica, letteratura di viaggio e per ragazzi, poesia, filosofia, storia, musica e molto ancora. La partecipazione al Festival con un’area privilegiata di 500 metri quadrati all’interno del Grand Palais Éphémère e un intenso cartellone di appuntamenti, fa parte di un percorso di promozione internazionale dell'editoria italiana che nel 2024 toccherà anche la Frankfurter Buchmesse  ed è resa possibile dal sostegno e dalla collaborazione tra  Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero della Cultura con il Centro per il libro e la lettura, l’Ambasciata d’Italia a ParigiIstituto Italiano di Cultura di ParigiICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane AIE Associazione Italiana Editori.

Il Festival du Livre de Paris è la più importante manifestazione francese e in lingua francofona nel campo dell'editoria, nonché una delle più rilevanti in assoluto a livello europeo. L’Italia torna nel 2023, dopo 21 anni, a rivestire il ruolo di Paese Ospite d’Onore in Francia, Paese che rappresenta per l’editoria italiana il secondo mercato di sbocco per la cessione di diritti, con 917 titoli venduti nel 2020. 

Al programma per il Festival du Livre de Paris si affianca quello di ITALISSIMO. Creato nel 2016, il Festival si è affermato come uno degli eventi più attesi per la promozione della letteratura e della cultura italiane a Parigi, con un crescente seguito sia del mondo culturale transalpino che del pubblico e dei media. ITALISSIMO propone un palinsesto molto articolato, in cui un mix tra gli autori più amati del panorama editoriale italiano e una selezione delle nuove voci avviene attraverso lo scambio e l'intreccio con le altre arti: tra scrittura e immagine, pensiero e performance. Si svolge in diversi luoghi e in collaborazione con prestigiose istituzioni culturali della città

Passioni Italiane sarà innanzitutto una grande festa degli autori. A loro sarà affidato il compito di raccontare al pubblico francese la ricchezza creativa, culturale, editoriale e artistica dell’Italia contemporanea. Ma il viaggio – che è anticipato nei primi mesi del 2023 dal ciclo Sei autori sulla via del Festival del Libro di Parigi, in corso all'Istituto Italiano di Cultura di Parigi – infrangerà le barriere del presente, risalendo fino alle sorgenti della letteratura e al mito universale della Commedia (Le voci di Dante con Toni Servillo, evento inaugurale lunedì 17 aprile al Théâtre de l’Odéon), per poi ridiscendere il fiume del tempo in compagnia dei classici, con omaggi a Gabriele D’Annunzio Italo Calvino. A quest’ultimo, in occasione del centesimo anniversario dalla nascita, sarà anche dedicata la mostra Eccellenze italiane. Figure per Italo Calvino, organizzata in collaborazione con Bologna Children’s Book Fair e allestita dentro il Padiglione italiano. 

GLI AUTORI ITALIANI PRESENTI A PARIGI DAL 17 AL 23 APRILE PER PASSIONI ITALIANE

Milena Agus – Stefania Auci – Silvia Avallone – Pierdomenico Baccalario – Alessandro Baricco – Pietrangelo Buttafuoco – Giosuè Calaciura – Giulia Caminito – Alessandro Campi – Franco Cardini – Gianrico Carofiglio – Donato Carrisi – Teresa Ciabatti – Emanuele Coccia – Paolo Cognetti – Giuseppe Conte – Giuliano da Empoli – Giancarlo De Cataldo – Maurizio de Giovanni – Mario Desiati – Andrea Donaera – Fulvio Ervas – Maurizio Ferraris – Giovanni Grasso – Simonetta Greggio – Giordano Bruno Guerri – Dario Levantino –  Marco Lodoli – Francesca Manfredi – Andrea Marcolongo – Fabiano Massimi – Daniele Mencarelli – Chiara Mezzalama –  Sacha Naspini – Veronica Raimo – Paolo Rumiz – Elisa Ruotolo – Beatrice Salvioni – Antonio Scurati – Maurizio Serra – Emanuele Trevi – Ilaria Tuti – Giorgio Vasta – Beatrice Venezi –  Marcello Veneziani

GLI AUTORI ITALIANI PROTAGONISTI DELLE ANTEPRIME ALL'ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA

Viola Ardone – Fabio Bacà – Donatella Di Pietrantonio – Ilaria Gaspari – Nicola Lagioia – Domenico Starnone

PASSIONI D'AUTORE: VOCI ITALIANE A PARIGI

Sono una cinquantina le voci che andranno a formare il mosaico delle Passioni Italiane, dipingendo un affresco del nostro Paese attraverso il pennello della parola. Sono le autrici e gli autori che dal 17 al 23 aprile animeranno il padiglione speciale assegnato all'Italia Ospite d’Onore alla Festival du Livre de Paris e il cartellone diffuso di ITALISSIMO.

Il programma apre con Maurizio Serra, diplomatico, scrittore e primo italiano a diventare membro della Académie Française. Prosegue con alcuni degli scrittori più rappresentativi della letteratura italiana contemporanea: vincitori di grandi premi, autori tradotti in decine di lingue e paesi, studiosi e sognatori del passato, del presente e del futuro, come Alessandro BariccoPaolo CognettiMario DesiatiAntonio Scurati. Ci si muoverà infaticabilmente tra pagine e parole, orizzonti e latitudini. Accompagnati da un maestro della narrazione di viaggio come Paolo Rumiz e attraversando il Paese in lungo e in largo, in un intreccio infinito tra libri e territorio: dal nord-est di Fulvio Ervas Ilaria Tuti alla Roma di Emanuele Trevi e Marco Lodoli, dal Mediterraneo su cui si affacciano le storie raccontate da Milena Agus Giosuè Calaciura (entrambi vincitori del Prix Méditerranée Étranger proprio in Francia), alla Sicilia dei leoni e delle contraddizioni di Stefania Auci Pietrangelo Buttafuoco. Con un altro siciliano Giorgio Vasta, si salterà poi dall'altra parte dell’Oceano, verso gli sconfinati deserti americani.

Nel grande gioco dei generi, non potrà non avere un ruolo di primo piano la ricca tradizione del thriller all’italiana, affrontato in tutte le sue declinazioni – anche di linguaggio (tra libro, tv e cinema) – da un poker di autori di bestseller: Gianrico CarofiglioDonato CarrisiGiancarlo De Cataldo Maurizio de Giovanni. Mentre là dove contano le emozioni e la scrittura agisce come un bisturi sulla mappa dell'esistenza – tagliando storie di amicizia e di crescita, di bellezza e di dolore – entreranno in scena autrici come Silvia AvalloneTeresa CiabattiVeronica Raimo ed Elisa Ruotolo.

Le nuove frontiere della narrativa italiana saranno rappresentate dal talento di Giulia Caminito Andrea DonaeraDario Levantino Francesca ManfrediDaniele MencarelliChiara Mezzalama Sacha Naspini, fino ad arrivare a Beatrice Salvioni, classe 1995, la più giovane della delegazione. A volte la fiction si intreccerà con la realtà, l'invenzione con la ricerca di ciò che è stato, come nei romanzi di Giovanni Grasso Fabiano Massimi che ci riportano all'Europa degli anni '30 del secolo scorso, o di ciò che sta diventando, come nel moderno sguardo di Giuliano da Empoli sul Cremlino. E altre volte sarà la storia a intrecciarsi con il presente e il futuro, come negli incontri con il politologo Alessandro Campi, con lo storico Franco Cardini e negli interventi dei filosofi Maurizio Ferraris su robot e intelligenza artificiale ed Emanuele Coccia sulle sfide imposte dal cambiamento climatico e sul modo in cui le stiamo raccontando. La poesia sarà affidata alle “ferite e rifioriture” di Giuseppe Conte, la narrativa per ragazzi alla fantasia senza confini di Pierdomenico Baccalario, il gioco tra lingue, culture e miti ad Andrea Marcolongo Simonetta Greggio, la musica, l'arte e il “pensiero ribelle” al dialogo tra Marcello Veneziani e la scrittrice-direttore d'orchestra Beatrice Venezi.

Patrizia Lazzarin, 16 febbraio 2023

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Il racconto della montagna nella pittura fra '800 e '900

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I nostri occhi colgono il fascino della montagna e della sua  natura: campi  innevati, piccoli ponti che uniscono lembi di terra scura nella luce della neve che produce sfavillii, e mentre la materia sembra sfaldarsi ammiriamo rocce  che si tingono di rosso e di viola, grazie al fenomeno dell’enrosadira che si distende sulle pareti delle nostre Dolomiti.  Fra le pietre si trovano case solitarie che suggeriscono emozioni raccolte, storie di vita di chi quei monti ha dipinto, scalato, attraversato per necessità e per bisogno, e forte la gioia che cime e valli alpine regalano, ad ogni persona che vi si reca, avida di scoperte e di bellezza. Se il fin del poeta è la meraviglia, come suggeriva il  poeta Giovan Battista Marino nel Seicento,  sicuramente le immagini ed i documenti della I nostri occhi colgono il fascino della montagna e della sua  natura: campi  innevati, piccoli ponti che uniscono lembi di terra scura nella luce della neve che produce sfavillii, e mentre la materia sembra sfaldarsi ammiriamo rocce  che si tingono di rosso e di viola, grazie al fenomeno dell’enrosadira che si distende sulle pareti delle nostre Dolomiti.  Fra le pietre si trovano case solitarie che suggeriscono emozioni raccolte, storie di vita di chi quei monti ha dipinto, scalato, attraversato per necessità e per bisogno, e forte la gioia che cime e valli alpine regalano, ad ogni persona che vi si reca, avida di scoperte e di bellezza. Se il fin del poeta è la meraviglia, come suggeriva il  poeta Giovan Battista Marino nel Seicento,  sicuramente le immagini ed i documenti della mostra IL RACCONTO DELLA MONTAGNA nella pittura fra Ottocento e Novecento, che si è aperta a fine giugno a Palazzo Sarcinelli, nella elegante città di Conegliano, è una freccia che  ha raggiunto la sua destinazione. La rassegna, che sarà visitabile fino all’otto dicembre ed ha la  curatela  di Giandomenico Romanelli e di Franca Lugato, sembra  creata apposta  per Conegliano. Sono proprio le tesi sostenute dal sindaco del Comune, Fabio Chies e dall’assessore alla Cultura Gaia Maschio che sembra giusto citare per comprendere alcuni dei significati essenziali dell’iniziativa: i progetti espositivi, elaborati con Civita Tre Venezie, si contraddistinguono per la loro unicità: partono dalla città di Conegliano per arrivare ad una riflessione più ampia sul valore artistico e culturale del territorio. Per il 2020 l’argomento non poteva non essere la montagna: Conegliano, con il suo strategico posizionamento, al centro delle colline del prosecco e sentinella delle Dolomiti, anticipa, con una grande mostra dedicata, importanti eventi sportivi quali le Olimpiadi invernali del 2026. La mostra è il terzo appuntamento del ciclo dedicato al paesaggio nella pittura veneta tra XIX e XX secolo a Palazzo Sarcinelli: paesaggio come forma che individua uno spazio specifico e caratteristico  e luogo che narra … fatti misconosciuti, scomparsi quasi dal flusso della storia. Uno di questi racconti  poco noti,  è sicuramente la vicenda biografica della trevigiana Irene Pigatti che nella Gazzetta di Treviso del 21–22 agosto 1886, veniva salutata come la pioniera delle nostre Dolomiti. Prima italiana, dopo la contessina francese Henriette d’Angeville e una cameriera di Chamonix,  Marie Paradis, ad inerpicarsi lungo le pareti dolomitiche e a raggiungere quelle  cime che dividono dalla terra il cielo, che sembra diventare quasi la meta più vicina. Per valutare i meriti di queste prime alpiniste, come racconta Franca Lugato nel catalogo edito da Marsilio, è doveroso ricordare quell’ingombrante abbigliamento fatto di crinoline e di cappellini che la moda e le consuetudini del tempo sembravano indicare come l’abbigliamento adeguato per una donna, anche durante le scalate. Pioniere in gonnella a cui dovrebbe andare un doppio plauso per la loro determinazione e costanza. Lungo le sale della mostra vediamo come la montagna viene vista ed interpretata nelle opere di pittori famosi come Edward Theodore Compton, Guglielmo Ciardi, Giovanni Salviati, Francesco Sartorelli, Traiano Chitarin, Teodoro Wolf Ferrari e nei quadri di artisti meno conosciuti. La lettura può tradursi in immagini reali e naturalistiche oppure simboliche ed intime, rivelatrici di un diverso sentire la natura, capaci anche di restituirci brani di luoghi modificati oggi dall’uomo o  dal trascorrere del tempo. Dalla seconda metà dell’Ottocento cresce la passione di ritrarre la montagna fino a cercarne le profondità come nelle tele con le Grotte di San Canziano del pittore Ugo Flumian, che prende ispirazione dalle foto del suo amico speleologo Eugenio Boegan, per dipingere quel groviglio di gallerie arricchite di stalagmiti e stalattiti, prodotte dallo scavo del fiume Timavo nel sottosuolo. Le Dolomiti friulane dipinte dall’alpinista e acquarellista Napoleone Cozzi sonola testimonianza di un legame intenso fra arte e vita  e, al di la delle Alpi Carniche , in Slovenia e Croazia, incontriamo ancora  grandi interpreti  come  Gabrijel Jurkić che ha dipinto  la montagna lungo le stagioni dell’anno  con effetti che rivelano una grande sensibilità pittorica. Decisamente insuperata la serie di manifesti dell’austro-italiano Franz Lenhart, spiega nel catalogo Giandomenico Romanelli, molti dei quali dedicati alle Dolomiti e a Cortina. Perfetti nel taglio modernista, nella tipizzazione dei personaggi, nell’essenzialità decorativa dei paesaggi, nell’antinaturalismo e nella vivacissima gamma cromatica, i manifesti di Lenhart realizzati in un cinquantennio di attività sono un corpus davvero eccezionale sia per la montagna estiva che per quella invernale. Essi introducono ad una montagna giovane, ricca, felice, sana, dinamica, piena di donnine bellissime e di affascinanti atletici sciatori. La montagna è  considerata invece da un punto di vista scientifico nel libro: Bel Paese dell’abate, geologo e paleontologo Antonio Stoppani, edito nel 1876. Impostato come una sorta di racconto in sette serate per i nipotini, il testo dell’abate ebbe una buona funzione didattica. Egli  sicuramente svolse un ruolo importante nel promuovere l’alpinismo, il Club Alpino Italiano e nel far conoscere l’orografia del Bel Paese. Il Club Alpino Italiano fu  fondato nel 1863 dall’allora ministro delle Finanze ed alpinista Quintino Sella e nel libro si valorizza la sua  funzione di tutela del territorio.  Come  Stoppani altri svolsero un ruolo attivo nella promozione dell’ambiente montano, come il geografo, cartografo ed eroe Cesare Battisti, impiccato dagli austriaci per alto tradimento oppure il trevigiano Giuseppe Mazzotti che nel libro La Montagna presa in giro vaticinò un turismo più attento alla mondanità che alla identità dei luoghi, quasi riecheggiando in questo la commedia Le smanie per la  villeggiatura del veneziano Carlo Goldoni.

Patrizia Lazzarin, 30 giugno 2020

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