Lagarde fa crollare i mercati. Poi si corregge: evitare choc

La presidente della Bce, Christine Lagarde. Ieri l’istituto centrale ha lasciato itassi fermi ma ha messo in campo 120 miliardi di euro di acquisto titoli.

«Non siamo qui per chiudere gli spread». Christine Lagarde dice queste parole. E scatena il panico sui mercati. La presidente della Bce poi si corregge: sono impegnata ad evitare frammentazioni in un momento difficile per l’area euro. Ma intanto i mercati crollano. Tonfo storico in Borsa a Milano: la perdita sfiora il 17%. Mattarella: l’Europa sia solidale e non ci ostacoli.

Christine Lagarde esce ferita dal super-test che era la riunione di ieri del Consiglio dei Governatori della Bce. Ma combattente. I mercati hanno registrato una sua gaffe sugli spread durante la conferenza stampa seguita al meeting. La frase sotto accusa: «Non siamo qui per chiudere gli spread». Qualcosa che ha contribuito decisamente alla caduta dei mercati azionari, quello italiano in testa, e all’aumento dello spread sul Bund tedesco. E ha provocato una reazione come non si vedeva da tempo delle istituzioni e del mondo politico italiano. In particolare del ministero del Tesoro e del presidente della Repubblica. Tanto che Lagarde ha rettificato lo scivolone più volte in serata. «Sono pienamente impegnata ad evitare qualsiasi frammentazione dell’area euro in un momento difficile. Gli spread elevati inficiano la trasmissione della politica monetaria», ha chiarito.

Il tutto in una giornata drammatica, che ha visto le Borse crollare anche di fronte all’impressione che governi e istituzioni europee siano decisamente dietro la curva nella reazione alle conseguenze economiche della crisi da virus. La presidente della Bce ha illustrato una serie di misure di politica monetaria. Da un lato, la fornitura abbondante di finanza a favore delle banche dell’eurozona, a tassi anche molto negativi, affinché queste prestino alle imprese, in particolare alle medie e piccole. Poi ha detto che la Bce interverrà sui mercati per comprare titoli di debito, soprattutto di aziende, per 120 miliardi entro la fine dell’anno: i quali si vanno ad aggiungere ai venti che già Francoforte compra ogni mese; in teoria, i 120 miliardi potrebbero essere usati anche in tempi brevi. Il Consiglio, che ha preso le decisioni all’unanimità, non ha invece ridotto i tassi, già negativi: probabilmente ha voluto tenere quest’arma (non certo letale, visto il poco spazio per ridurli) per il futuro ma, ciò facendo, non ha dato una spinta verso il basso all’euro, che si sta rafforzando.

Quando le misure prese sono diventate note, le Borse erano già in territorio decisamente negativo. A quel punto sono rotolate verso il basso. Sul mercato del reddito fisso, la frase non felice di Lagarde ha fatto balzare i rendimenti dei Btp a quasi l’1,90%. La presidente ha emesso un video, più tardi, per chiarire che la Bce farà tutto il necessario per garantire la solidità della zona euro (durante la conferenza stampa aveva però detto «non voglio essere la Whatever it takes numero due»). L’obiettivo di Lagarde, ieri, era soprattutto politico: la richiesta ai governi e alle istituzioni europee di un impegno maggiore di quello mostrato finora: «I governi e le istituzioni europee sono chiamati a mitigare le conseguenze economiche del virus. Serve un piano fiscale ambizioso e coordinato per sostenere le imprese». E ancora: «Il mio timore è che ci siano una sottovalutazione e una slow motion da parte delle istituzioni europee. Spero che la prossima settimana ci siano mosse decisive». 

Un richiamo formidabile ai governi e soprattutto a Bruxelles che però ha contribuito a dare l’impressione ai mercati che nessuno in Europa sia in controllo della situazione. Il punto cruciale della giornata, però, è stato l’errore di comunicazione che ha colpito l’italia e ha creato una forte agitazione nel mondo politico italiano. Addirittura, ha deciso di intervenire, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con una dichiarazione dura sulla necessità che la Ue aiuti e non ostacoli l’italia in un passaggio difficile. In precedenza, il ministero dell’economia Roberto Gualtieri: «Ha sbagliato comunicazione e la comunicazione di questi tempi è tutto, come si vede dalla reazione dei mercati». Quindi sollecitava la presidente a dare una precisazione. E l’ha ottenuta. In un nota Gualtieri ha poi definito «opportuna la precisazione» della presidente della Bce. E ha aggiunto: «Chiarendo, ha sottolineato che non consentirà che lo choc derivante dal Covid- 19 possa provocare una frammentazione del sistema dell’area euro. Sono certo che, come ha detto la presidente Lagarde, a tal fine la Bce utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione». Il premier Giuseppe Conte ha commentato che «la Bce deve garantire la stabilità dei mercati non farli fibrillare: il suo compito è quello di agevolare e non ostacolare gli interventi per l’emergenza sanitaria». 

Lega e 5 stelle chiedono le dimissioni di Lagarde. E dal Pd a Iv risuona un solo grido: «Ridateci Draghi». Renzi non ha dubbi: «La Bce ha sbagliato». Di fronte al coro di critiche massiccio, Lagarde ha fornito più precisazioni. Ma la situazione è piuttosto tesa. Tra i timori di recessione, oggi, la Bce tornerà a farsi sentire e a rassicurare.

Maria Teresa Meli e Danilo Taino – Corriere della Sera – 13 marzo 2020

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  • Pubblicato in Esteri

Christine  Lagarde, laureata in giurisprudenza, avvocato, donna d’affari, ministro dell’economia in Francia, direttore generale del Fondo monetario internazionale e ora presidente della Banca centrale europea. Non si può dire che Christine Lagarde non abbia fatto carriera. La sua nomina ai vertici dell’Eurotower, ratificata al termine di una lunga trattativa tra i capi di Stato e di governo dell’Unione europea insieme a quella di Ursula von der Leyen alla Commissione, Charles Michel al Consiglio e Joseph Borrell come Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, è senza dubbio la più importante. E al tempo stesso la più delicata, dato il ruolo che l’Eurotower ha nel mantenimento della stabilità dei prezzi in Europa e soprattutto nel sostegno dato agli Stati membri più in difficoltà nel rifinanziamento dei propri debiti, in primis l’Italia. Un percorso, il suo, certo non privo di ombre. Il commentio di Roberto Vivaldelli su il Giornale.

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