Il futuro del mondo libero: Draghi in Europa, Kyjiv nell’Ue

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Europee, la sfida di Macron

La sfida di Macron è complicata, anche se non insormontabile quanto quella di convincere Calenda, Renzi e Bonino a costruire un’alternativa comune al bipopulismo, ma è anche una mossa capace potenzialmente di sprigionare un entusiasmo senza precedenti per la causa europea, e vai a sapere che non possa avere un effetto prodigioso anche sulla litigiosità dei liberal-democratici italiani (...) Mario Draghi alla guida dell'Europa è la cosa migliore che ci possa capitare dopo la caduta del Muro di Berlino, addirittura potrebbe essere «l'ultima migliore speranza sulla terra», come diceva Abramo Lincoln degli Stati Uniti, nel caso a novembre 2024 dovesse vincere le elezioni americane quel criminale di Donald Trump. La leadership di Draghi in Europa è l'antidoto ai veleni populisti, alle interferenze esterne dei regimi autoritari e, nel caso a novembre perdessimo l'America, alla fine dell'alleanza atlantica che ha garantito, pace, sicurezza e prosperità in quasi tutto il mondo. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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Renew Europe è la speranza per chi si oppone a FdI

Per Renew Europe la necessità di una lista unica per le europee

La Francia chiama – allons enfants – ma Carlo Calenda non ci sta. La spinta nientemeno che di Emmanuel Macron a superare gli ostacoli per dar vita a una lista unitaria nel segno di Renew Europe (attualmente è il terzo gruppo per numero di parlamentari a Bruxelles) per il capo di Azione nemmeno esiste. In effetti non c’è stata alcuna iniziativa diretta del presidente francese, il quale ha ben altro da fare che non occuparsi delle beghe dei riformisti-centristi italiani, e tuttavia un appello esplicito è venuto da Stephane Séjourné, il presidente del gruppo di Renew a Bruxelles: «Sono in contatto costante con Renzi, Calenda e Più Europa» per tentare la strada di una lista unica. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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Xi Jinping ignora l’Europa sulla guerra russa all‘Ucraina

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Ue in missione a Pechino, il segno di un fallimento. L'ennesimo

Strappare una promessa, o anche solo un’apertura, sulla guerra in Ucraina al presidente cinese Xi Jinping era una missione impossibile. Ci hanno provato comunque Ursula von der Leyen ed Emmanuel Macron, negli incontri bilaterali e nel trilaterale, attorno a un tavolo dalle dimensioni mastodontiche, che si è svolto nella Grande Sala del Popolo, affacciata su piazza Tienanmen, al centro di Pechino. Il commento di Vincenzo Genovese sul sito Linkiesta.

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