Il coraggio che manca ai parlamenti nazionali per salvarsi

I parlamenti si possono ancora salvare, nonostante le tante difficoltà che incontrano. L'ultimo esempio di incomunicabilità tra elettorato e candidati ce l'ha fornito la Francia con l'esclusione dal valore storico dal ballottaggio per l'Eliseo sia dei socialisti che dei repubblicani, con il successo di Macron e Le Pen. Non è detto che si debba chiudere baracca. La democrazia parlamentare può ancora navigare fra i marosi del terzo millennio. Ma a patto d'imbastardirsi, di contaminarsi con elementi di democrazia diretta, d'accogliere in grembo un po' di fantasia (o d'eresia) costituzionale. Ecco cinque suggestioni.L'opinione del prof. Michele Ainis su la Repubblica.

Il Parlamento si può salvare. Se lo si vuole veramente

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In Italia (ma non solo in Italia) vince l'antipolitica

Da dove nasce l’irresistibile impulso a chiedersi, di volta in volta, chi sarà mai il futuro Mitterrand italiano, il futuro Blair, la futura Merkel, il futuro Sarkozy, e oggi, naturalmente, il futuro Macron? Il suddetto impulso, e le connesse parole in libertà, nascono probabilmente dall’esigenza di ribadire quel (finto) odio di sé, quel (finto) viscerale disprezzo per se stessa che l’Italia pubblica è tenuta a manifestare ogni giorno. L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

L'esterofilia, una malattia italiana

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Eliseo, i francesi si preparano al ballotaggio

  • Pubblicato in Esteri

Oggi il leader più votato dalle classi operaie è Marine Le Pen, con il 34% dei consensi e, in sè non è una sorpresa; la quale però è seguita da Jean-Luc Mélenchon che raccoglie il 24% dei consensi, staccando di ben 10 punti Macron fermo al 14%. I politologi sostengono che il travaso dei voti dall’estrema sinistra alla Le Pen è inverosimile. E in teoria hanno ragione ma anche gli elettori francesi sono “liquidi“: non votano più secondo schemi rigidi di appartenenza politica ma si lasciano guidare dall’empatia, dagli interessi, anche personali, dalla tendenza ad anteporre un aspetto rispetto ad altri. Esiste una fascia elettorale che può passare con disinvoltura dalla destra alla sinistra e viceversa. Marine Le Pen lo ha capito e tenta di sedurre l’altra metà dell’elettorato disilluso, quello ai suoi antipodi. Ieri ha parlato come un leader progressista d’altri tempi e se i temi economici dovessero caratterizzare l’ultima fase della campagna elettorale, potrebbe raccogliere consensi anche tra i fan di Mélenchon più di quanto si immagini, sapendo, peraltro, che sarebbe un successo anche  indurli ad astenersi. L'opinione di Marcello Foa su il Giornale.

Emmanuel, la tua vittoria non è scontata, attento alla Le Pen

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