Israele a Gaza: le macerie della politica di Onu, Usa e Ue

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Dopo l'ggressione russa all'Ucraina, riesplode la polveriera mediorientale

Il mondo trema. Quello che da giorni avveniva sistematicamente, con bombardamenti, lanci di razzi e brevi raid di tank e truppe nel territorio di Gaza, si è improvvisamente intensificato. Tutta la zona, a causa del massiccio attacco israeliano, è rimasta isolata completamente, telefonicamente e via internet (...) Le parole di Benjamin Netanyahu suonavano più che mai aggressive e sinistre: "Questa notte Hamas conoscerà la nostra rabbia e la nostra vendetta" (...) È evidente che in una situazione come questa sia l'Onu che l'Europa abbiano dimostrato tutta la loro inconsistenza, riducendo la loro capacità diplomatica o almeno di mediazione al singolare e al plurale nelle mozioni proposte, ma non c'è dubbio che la decisione che sembra aver preso Israele, nonostante la presenza di ostaggi, comporta il rischio di una strage in un territorio limitato come quello di Gaza nel momento in cui scatterà la battaglia. È un rischio micidiale che mette il mondo di fronte a una crisi che può sfociare non solo in un conflitto regionale, ma nell'attuale disordine mondiale, in una catastrofe che può interessare il mondo intero. Ne scrive su Il Sussidiario Gianluigi Da Rold.

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I costi della mancata riforma dell'Onu

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I nodi vengono al pettine, urge modificare le regole di funzionamento del Consiglio di Sicurezza dell'Onu

L’apertura dei lavori della 78esima Assemblea generale delle Nazioni Unite – che si è inaugurata a New York in questi giorni – è uno di quegli grandi appuntamenti, di cui quasi tutti parlano male, ma che quasi tutti seguono. E ai cui riti non si sottraggono quasi mai presidenti e capi di governo dei cinque continenti (...) Da qui la spinta per avviare una riforma della carta dell'Onu, che è stata teatralmente – e anche un poco gigionescamente – invocata dal presidente ucraino Zelensky proprio dal palco dell'Assemblea. Non vi è dubbio che la riforma del CdS (l'organo decisivo per il funzionamento dell'Onu) sia ormai ineludibile, per renderlo più rispondente al mondo molto più multipolare e meno eurocentrico di oggi. Il problema è quale riforma sia auspicabile e quale realisticamente possibile. L'unica riforma che ridarebbe una vera credibilità al CdS sarebbe quella di togliere il diritto di veto a Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, che impedisce di fatto il funzionamento di questo organo ogni qual volta si tocchino gli interessi e le sensibilità di una di quelle potenze. Il commento di Riccardo Redaelli su Avvenire.

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Clima, guerra, convivenza tra diversi

I giganteschi problemi del mondo, è allarme per l'Onu

il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha lanciato l’ennesimo grido di allarme: stiamo camminando sulla strada che porta all’inferno. Ma il mondo sembra non essere disposto ad ascoltare. Altre urgenze incombono: la guerra prima di tutto. E poi l’inflazione, il rischio di recessione, le forniture di gas. O più banalmente le varie tornate elettorali nazionali su cui si concentra l’attenzione di politici e opinione pubblica. Il commento del prof. Mauro Magatti su Avvenire.

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