Una speranza (per l'Italia) in Angela, Christine e Ursula

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Angela Merkel ha trovato una spalla nelle altre due signore che guidano le istituzioni europee”, cioè la presidente della Commissione Ursula von der Leyen (“non dimentichiamo è una discepola, una creatura della cancelliera”) e la presidente della Banca centrale Christine Lagarde (“che ha guidato, con qualche incertezza iniziale, la Bce ad assumere decisioni molto coraggiose sull’acquisto di titoli, fondamentali soprattutto nella primissima fase della crisi pandemica”). L'intervista all'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci presidente dello Iai (Istituto affari internazionali) su Formiche.

Per fortuna che a Bruxelles c'è mamma Merkel!

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Bruxelles, in onda lo scontro tra la Merkel ed i Paesi frugali

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Anche Merkel è sotto lo scacco dei frugali, quei 4-5 paesi che stanno bloccando l’Europa a 27 e che stasera sono stati oggetto della reprimenda di Charles Michel. A cena è il presidente del Consiglio europeo, evidentemente d’accordo con la cancelliera, a fare un elenco, anche in toni aspri, di tutto quello che i paesi del nord hanno ottenuto nelle trattative. In particolare, Michel  presenta una nuova bozza che prevede un ammontare totale del recovery fund di 750 miliardi di euro, ripartiti in 400 miliardi di sussidi e 350 miliardi di prestiti. “Uno strappo mostrerebbe il volto di un’Europa debole”, precisa il presidente del Consiglio europeo, a poche ore dalla scadenza che preoccupa tutti all’Europa building: la riapertura delle borse del lunedì, dopo il weekend. I leader continuano a trattare a oltranza, per scongiurare un fallimento che probabilmente verrebbe punito dai mercati. Puntano almeno ad un rinvio ad un altro summit, che verrebbe forse compreso, a patto però che si raggiunga uno straccio di qualcosa prossima ad un accordo. Il commento di Angela Mauro su Huffington Post.

Il futuro della Ue nella mani della Merkel

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Gelata da Buxelles, meno soldi per l'Italia

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Per Giuseppe Conte è arrivato un brutto scherzo e proprio dalla persona di cui si fidava di più: Angela Merkel. Sbarcato nella penisola iberica per i vertici con Pedro Sanchez e Antonio Costa, il premier italiano ha provato a tracciare una sorta di santa alleanza anti frugali con l’idea di poter convincere la Cancelliera a confermare il piano da 750 miliardi di euro per il Recovery Fund. Ma nemmeno il tempo di arrivare a Madrid, Conte ha ricevuto una doccia gelata arrivata direttamente da Berlino: il fondo può essere tranquillamente di 500 miliardi. Una sforbiciata che ha tutto il sapore di una vittoria (importantissima) dei “frugali”, che in Europa hanno rappresentato per mesi l’ala più dura degli avversari degli aiuti europei verso il Sud. E chiedevano alla Germania di fare i loro interessi, ovvero meno soldi a “fondo perduto” e puntare invece su prestiti mirati in base alle riforme promesse dall’Italia, che per troppo tempo – a detta dei rigoristi – ha fatto la “cicala”. In poche parole meno aiuti e più prestiti: e cioè agevolare il Mes riducendo sensibilmente la quota del Recovery Fund. Il commento di Lorenzo Vita su il Giornale.

Recovery Fund, marcia indietro di Angela Merkel

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