I vizi del sistema giudiziario che soffocano il Belpaese

Ma la giustizia italiana è davvero irriformabile?

Perché la giustizia in Italia non cambia mai? Perché gli errori si ripetono, i ritardi incancreniscono, le riforme saltano o, quando pure si fanno, risultano irrilevanti? Per questa domanda ci sono due risposte collegate tra loro. La prima riguarda la distanza dei cittadini dal problema. La giustizia è percepita come una cosa di altri, salvo poi scoprirne l'insostenibile prezzo quando se ne viene direttamente a contatto. La seconda dipende dal modo con cui la giustizia viene amministrata, e cioè dal suo arroccamento in un fortino dove si consolidano regole e logiche diverse e talvolta opposte a quelle della vita, e dove tutto può accadere senza che nessuno sappia, o piuttosto venendosi a sapere l'opposto di ciò che è accaduto. Il prologo del libro di Alessandro Barbano su Linkiesta.

 

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Dad? Test Invalsi? I partiti vogliono stabilizzare i precari

  • Pubblicato in Cultura

Dad? Test Invalsi? E chi se ne frega? Sotto accusa finisce la didattica a distanza, rea di ogni gap cognitivo, relazionale, geografico e censitario. Perché, si dice, il computer riduce lo spirito critico, isola, discrimina i più periferici e i meno abbienti. A prova di ciò si adducono le performance migliori dei test nella scuola elementare, dove le lezioni in presenza sono state meglio garantite durante la pandemia. Ma è una lettura parziale e mistificatoria (...) Alla Camera si litiga per intestarsi l'allargamento della platea di precari da immettere. Oltre a quelli abilitati, i cosiddetti di prima fascia, si punta a garantire coloro che non hanno mai vinto un concorso, e che possono esibire come unico titolo il loro stesso precariato. È più facile negare la crisi dei saperi certificata dall'Invalsi, piuttosto che riconoscere che essa dipenda dalla lunghissima eclissi dei concorsi nella scuola italianaIl commento di Alessandro Barbano su Huffington Post.

La nostra scuola, la Bella Addormentata!

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La patrimoniale di Letta fa solo male (ai giovani)

Ciò che sconcerta non è l’ennesima uscita spot di Enrico Letta. Ma la reazione che suscita nel dibattito pubblico. Dove, con rarissime eccezioni, si discute se l’eredità universale ai giovani, pagata con la tassa di successione, sia un arnese della sinistra o un’idea liberale, se serva a sfidare i Cinquestelle o piuttosto se tagli i ponti con il ceto medio. Il commento di Alessandro Barbano su Huffington Post

Signor Letta, niente aumento delle tasse, please!

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