Le sceneggiate sul voto per chi al Quirinale

I parlamentari stanno offrendo uno spettacolo penoso! E noi parliamo di Green Pass, di zone bianche, gialle, arancioni o rosse! Il debito pubblico rimane fuori controllo. Il giorno in cui la Banca Centrale Europea dovesse interrompere il flusso di acquisti di titoli del debito public degli Stati membri dell’Eurozona saranno dolori.  Altro che problemi di chiusure o non chiusure, di no vax o di pro vax. Le elezioni del successore di Sergio Mattarella al Quirinale sono un lacrimatoio pazzesco, dove i politici (tutti, o quasi) si esercitano in disquisizioni vomitevoli. Che lasciano interedetti. Ognuno sembra che pensi soltanto al proprio piccolo orticello. I cosiddetti Grandi Elettori  sapevano da tempo che Mattarella   non aveva l’intenzione di replicare Giorgio Napolitano e avrebbero dovuto dimostrare un minimo di serietà,  una nome condiviso. Fosse quello di Mario Draghi, di Pierferdinando Casini, di Elisabetta Casellati o di Carlo Nordio. Per fare solo qualche indicazione. Invece niente. Nebbia fitta nei Palazzi romani! Si sono precipitati all’appuntanento dell’elezione dell’inquilino del Colle impreparati. Quasi colti alla sprovvista. Incredibile! Visto il momento estremamente delicato che stiamo vivendo. La guerra è alle porte. Il Covid non è stato affatto sconfitto. È `questione di mesi che si porrà il problema del nostro enorme indebitamento. Cos.a faccia la Banca Centrale Europea nessuno lo sa ma, prima o dopo. I rubinetti degli acquisti dei nostri titoli di Stato si chiuderanno. Questo è certo.

 Quanto sta accadendo davanti agli occhi di tutti gli italiani è il colmo dell’indecenza.  Poi si ha il coraggio di lamentarsi che le elezioni (amministrative o politiche) vengono snobbate. .Che non c’è partecipazione. È da alcuni anni che la gente non vas più a votare. Nemmeno nelle amministrative, dove i candidate sono conosciuti dagli elettori. A Roma per le suppletive si è recato ai seggi solo l’11 % degli aventi diritto. Una miseria! Non si vuole eleggere Draghi. Bene, indicate un nominativo e tatela finita. Figuratevi alle politiche. gualmente autorevole. Ma cari deputate e deputati, care senatrici e cari senatori, le responsabilità sono tutte, ma proprio tutte, vostre. Mattarella è stato costretto a togliere dal cilindro il nome di Mario Draghi, perchè voi avete dimostrato abbondanetemente tutta la vostra inadeguatezza. I cittadini hanno ben capito che questo Parlamento è stato svuotato dalle sue funzioni. Ma, cari ragazzi, perchè ce l’avete con Mario Draghi, che vi ha tolto le castagne dal fuoco? Sulle pagine di diversi giornali c’è uno sfogatoio indecoroso. Gli improperi contro l’ex presidente della Bce, attuale inquilino di Palazzo Chigi, si sprecano. Si avverte un’animosità assolutamente fuori luogo. Questo è un Parlamento squalificato. E lo sanno gli stessi protagonisti. Incapace di capire quali sono le esigenze del Paese. Nel contesto geo-politico che stiamo vivendo ci vorrebbe uno scatto d’orgoglio. Con un’Ucraina in fiamme. Con un esecutivo perennemente in discussione. Il Parlamento è ormai balcanizzato, dove tutti sono contro tutti. Siamo seri. Per favore. Occhio, insomma. Sbrigatevi a scegliere il nuovo inquilino del Quirinale. E non parlate di ottimismo della volontà o di altre amenità. Fate il Vostro dovere. Evitate di votare scheda Bianca. È un’umiliazione per elettori consapevoli (che siamo noi), ma sopratutto per i Grandi Elettori (che siete voi). Ecco un piccolo, ma significativo, esempio di quel che frulla per la testa dei nostri rappresentanti. Le riflessioni sono dello scrittore Giacomo Papi su la Repubblica: ''La politica ha spesso l'esigenza di dare aria ai denti, e a ogni nuova elezione per il Quirinale dilaga la lingua- fumo, quella che serve a nascondere più che a svelare e che si basa su formule fisse, trite e ritrite, estratte dai polverosissimi armadi dei luoghi comuni'' (...) "Giuseppe Conte, per esempio, parla ormai come un democristiano degli anni Cinquanta, con la differenza che il democristiano degli anni Cinquanta il gergo per non dire nulla lo stava inventando mentre Conte lo sta ripetendo (anche se gli va riconosciuto il merito, un record, di essere riuscito a montare una dichiarazione composta esclusivamente di frasi fatte): «Facciamo un passo avanti e cominciamo un serio confronto tra le forze politiche per offrire al Paese una figura di alto profilo, autorevole, ampiamente condivisa». C'è tutto: il «passo in avanti», l'«ampiamente condiviso» e l'«alto profilo», appunto, ma distinto da «autorevole'' (...) ''I partiti starebbero cercando, cioè, senza saperlo, qualcuno in grado di attrarre l'attenzione del pubblico, giornali e televisioni etc. Un personaggio famoso, insomma, uno che faccia parlare di sé. Qualcuno come Gianni Morandi o Orietta Berti, visto che inizia Sanremo. Oppure come Silvio Berlusconi, chissà che ci ripensi''. Insomma, un pianto!

Marco Ilapi, 27 gennaio 2022

Marco Ilapi, 27 gennaio 2022

 

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Mandiamo Draghi al Quirinale o lo lasciamo a Chigi?

Ma cos’altro ci vuole, ancora, per rendersi conto che dai punti alti dell’intelligenza europea si vede come una tragedia una eventuale scissione del binomio Italia-Draghi? Prima era stato il Financial Times, ora tocca all’Economist, ma anche da noi sono innumerevoli gli auspici che il presidente del Consiglio resti dov’è, al timone della nave e non, con tutto il rispetto per il Quirinale, nel salone delle Feste. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

Un bel busillis, Draghi meglio al Colle o a Chigi?

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Quirinale, gli uomini migliori e le soluzioni peggiori

Dopo oltre sei mesi di governo Draghi, nessun partito o schieramento ha ancora metabolizzato fino in fondo il lutto e, di conseguenza, elaborato una agenda basata su una realistica visione dell’interesse nazionale. Si chiama, banalmente, crisi di sistema, di cui la soluzione di emergenza è l’effetto, non la causa. E l’avvio di discussione sul prossimo capo dello Stato, tutta tattica e tutta improvvisata, risente proprio dell’incertezza del contesto. Il commento di Alessandro De Angelis su Huffington Post.

La corsa al Quirinale, i partiti impazziscono

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