E Matteo cade da cavallo!

Il premier ha sbagliato due mosse. Quella sul fisco, le cui ricadute vanno molto al di là del caso Berlusconi perché si toglie rilevanza penale a un numero eccessivo di reati tributari, dando l'impressione (magari solo l'impressione) di voler inseguire qualche tornaconto elettorale. E quella che riguarda il volo per Courmayeur. Qui il premier si è esposto alla polemica capziosa dei "grillini". I quali hanno torto nel merito, perché un capo di governo ha diritto di spostarsi con i mezzi dello Stato, salvo che non vi rinunci per ragioni di opportunità (come fece a suo tempo Enrico Letta).  L'editoriale di Stefano Folli su la Repubblica.

Dopo il pasticcio prenatalizio, Matteo è più fragile

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Renzi promette una cosa, ne fa un'altra

Il volo di Stato per le vacanze non è affatto la regola dei capi di governo, come indicato dalle parti della Presidenza del Consiglio. Prendiamo Tony Blair, l’ex leader laburista cui Renzi piace essere paragonato. Anche lui fu investito da analoga polemica. In Gran Bretagna non esiste alcun obbligo di servirsi dei voli di Stato per motivi di sicurezza. Inoltre la Royal Air Force possiede una flotta Vip modesta al servizio dei reali e del governo. E tuttavia nel 1998 scoppiò un caso molto simile a quello italiano allorché il premier britannico utilizzò un volo della Raf tra Londra e Bologna, con famiglia al seguito. I conservatori lo incalzarono, lui si difese precisando che oltre alla villeggiatura a Villa Strozzi di San Gimignano, aveva in programma un pranzo con Romano Prodi E per sedare del tutto le polemiche pagò il costo del volo per moglie e figli. Di tasca propria. Possibilità che finora, nel caso Renzi, nella gran girandola di repliche e dichiarazioni non è stata neppure presa in considerazione.

Il Falcon di Matteo a spese nostre

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Renzi è un po' di destra e un po' di sinistra

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