Passata la tempesta del Coronavirus, fuori il Conte 2

La sinistra del Pd, a microfoni spenti, è sicura che non possa essere Giuseppe Conte l’uomo a cui affidare la fase della ricostruzione. Oltre tutto, non è sfuggito al Nazareno un certo appannamento del premier, ci si chiede se stia reggendo uno stress incredibile che va avanti da mesi. Ma c’è un problema più di fondo. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

Conte 2, gli ultimi mesi a Palazzo Chigi

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Gli infettati da Coronavirus a Milano già a gennaio

Ruota tutto intorno a una data: il 26 gennaio. È altamente probabile che già in quel momento, una sorta di «Giorno 0», solo a Milano ci fossero già i primi 46 casi di Covid-19 (su 543 in tutta la Lombardia). L’analisi è contenuta in un complesso grafico che analizza la «distribuzione della curva di inizio dei sintomi per i casi positivi». Cosa significa? I tamponi per la ricerca del coronavirus iniziano a registrare casi «positivi» dal 21 febbraio, quando il Paese si sveglia e realizza che l’epidemia è «arrivata». Se si guarda dunque al progressivo aumento dei contagiati, la curva comincia a salire appunto dal 21 febbraio e s’impenna rapidamente fino ai 74.348 infettati in Lombardia al 28 aprile. Mano a mano che i pazienti «positivi» sono stati scoperti e certificati con i tamponi, è stato però chiesto loro quando avessero avuto primi sintomi. Ovviamente, non tutti sono stati in grado di dare un’indicazione precisa: qualcuno lo avrà fatto nel dettaglio, altri l’avranno collegata a una visita dal medico di base o a un accesso in pronto soccorso, altri infine saranno stati più approssimativi. Il commento di Gianni Santucci sul Corriere della Sera.

Il Coronavirus presente in Italia già da mesi

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