Made in, l'Europa non lo vuole

Juncker aggraverà i problemi della Ue

L’Unione andrà in rovina e sarà un guaio per tutti gli europei. Nel lungo periodo, probabilmente, è vero. La consapevolezza di ciò, in teoria, dovrebbe bastare a spingere anche i vincitori del momento, i tedeschi, a rifare qualche conto. Basterebbe da parte loro un po’ di «egoismo illuminato», un egoismo che sappia guardare al di là del breve periodo, per convincerli della necessità di non assistere passivamente alla possibile rovina della casa comune. Ma sappiamo anche che l’egoismo tout court , di breve periodo, la vince di solito sull’egoismo illuminato. Né, naturalmente, si può gettare la croce solo sui tedeschi. L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

Un incapace alla guida dell'Europa

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Juncker a Bruxelles farà ballare le danze turche, cacciamolo

Il Lussemburgo é il Paese più piccolo dell’Unione europea (dopo Malta) fin dagli anni Sessanta si è trasformato in una piattaforma finanziaria offshore nel cuore del continente. Un rifugio a prova di tasse che per molti investitori si fa preferire anche alla Svizzera. A differenza della Confederazione, infatti, il Lussemburgo fa parte della Ue, con tutti i vantaggi che ne conseguono in termini di libera circolazione dei capitali. I privilegi offerti dal Granducato sono da sempre ben conosciuti a tutti i professionisti del Fisco, gli specialisti del ramo “ottimizzazione tributaria” che muovono miliardi sulla mappa del mondo incrociando norme e regolamenti delle varie legislazioni. «In Lussemburgo ci si può accordare con le autorità fiscali nel tempo di una cena», si legge in un rapporto del centro di ricerche internazionale Tax Justice Network, che a sua volta cita le frasi di un blog che circolava in Rete nel 2010. I documenti portati alla luce nei giorni scorsi non fanno quindi che confermare ciò che da tempo fa parte del senso comune di banchieri, imprenditori e manager. Solo che adesso, di fronte ai dossier pubblicati dai giornali, Juncker difficilmente potrà cavarsela con un’alzata di spalle e poche parole di circostanza come ha sempre fatto in passato. Così Vittorio Malagutti su L'Espresso.

Juncker, inadatto a guidare la Commissione Europea

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