La lezione da Lisbona, il Portogallo ha ridotto il suo debito

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Il Portogallo ha ridotto drasticamente il suo debito pubblico

Il deficit portoghese, il disavanzo annuale tra entrate e uscite nel bilancio statale, era nel maggio del 2011, di oltre il 9 per cento del PIL (prodotto interno lordo), più di sei punti al di sopra del limite previsto dalle regole europee. Quello italiano, nel 2011, era del 3,9 per cento. Il debito pubblico portoghese, cioè il disavanzo accumulato negli anni, era intorno al 120 per cento del PIL, in linea con quello italiano e circa il doppio della soglia considerata sostenibile dalle istituzioni europe (...) Per farlo, Passos Coelho avviò nel giro di qualche mese riforme piuttosto dolorose per la popolazione portoghese. L'aumento dell'IVA (l'imposta sul valore aggiunto che incide sui consumi) e della pressione fiscale sui redditi; il blocco degli stipendi nel settore pubblico, colpito peraltro da licenziamenti massicci di quasi 30mila persone e dall'aumento da 35 a 40 ore di lavoro settimanali. Vennero poi eliminati tre giorni di ferie all'anno e introdotti dei contributi di solidarietà, cioè trattenute sulle pensioni al di sopra dei 1.350 euro. Passos Coelho adottò anche una serie di misure per introdurre maggiore flessibilità nel mercato del lavoro: facilitando le procedure per i licenziamenti ed estendendo forme di contratti precari (...) Il Post - 8 febbraio 2024

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Referendum, c'è confusione e la politica brancola nel buio

L’attacco alla politica è stato ben orchestrato fin dal crollo del Muro di Berlino, che ha sancito il fallimento del comunismo e dei suoi interpreti italiani, frastornati e inzuppati di rubli-dollari su cui si è steso un velo vergognoso. Poi dalla “stampa dei padroni”, quella degli Agnelli e dei De Benedetti, i cosiddetti capitani di sventura che Enrico Cuccia detestava con la semplice e secca battuta “ho dovuto sempre fare le nozze con i fichi secchi” (...) dalla magistratura, che ha colto l'occasione per ampliare ancora di più il potere illimitato delle procure, unico caso nell'Occidente democratico (...) Nessuno dei Paesi democratici si sognerebbe di tagliare il corpo dei propri parlamentari, la rappresentatività del Parlamento sulla base di un risparmio di bilancio che per l'Italia è, secondo Carlo Cottarelli, di 57 milioni di euro e per questo vota No, mentre per Tito Boeri è di 87 milioni di euro, e ha deciso comunque di votare Sì. Il commento di Gianlugi Da Rold su il Sussidiario.

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