Grandi Opere: lo stop del governo gialloverde

A quanto pare finirà così: sì alla Tap e no al Tav. Perché per la Trans Adriatic Pipeline (Tap, appunto) tutto è già deciso e combinato, ci sarebbero le penali da pagare («Per decine di miliardi», ha detto il premier Conte) e non si può annullare tutto. Mentre per il Treno ad Alta Velocità (ma forse dovremmo dire Nuova Linea Torino-Lione) ci sarebbe pure da spendere per restituire un bel po’ di soldi alla Ue e alla Francia ma, dice il ministro Danilo Toninelli, ci si può mettere d’accordo e fermare le macchine. Uno a uno e palla al centro? Non proprio. Lasciamo volentieri ai posteri e ai talk show l’ardua sentenza su dove stia la verità. Se le penali siano proprio penali, i risarcimenti così grossi e gli accordi internazionali così reversibili. Se l’ambiente del Salento e della Val di Susa ci guadagni o ci perda e se i voti di questo o quel partito aumenteranno o caleranno. Qui ci preme notare, invece, che una grande opera che interessa l’Europa, l’Italia in quanto parte dell’Europa e gli italiani in quanto cittadini del continente europeo, viene bloccata. Mentre una che interessa, certo, gli italiani, ma preme tanto soprattutto ad altri, prosegue quasi indisturbata. Il commento di Fulvio Scaglione sul sito linkiesta.

Grandi opere, in confusione Palazzo Chigi

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