Olanda, un paradiso fiscale nel cuore dell'Europa

Le politiche dell’Aia sottraggono surrettiziamente negli anni centinaia di miliardi di base fiscale agli altri Paesi. Agli stessi, per la precisione, ai quali nel frattempo Hoekstra chiede minacciosamente di risanare. Se l’Olanda fosse un’isola dei Caraibi, la si chiamerebbe un «paradiso fiscale». Nel suo rapporto di pochi giorni fa la Commissione Ue scrive con più timidezza: «Le regole fiscali olandesi sembrano essere usate da multinazionali impegnate in strutture di pianificazione tributaria aggressiva». L'editoriale di Federico Fubini sul Corriere della Sera.

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Una legge olandese in vigore dall’anno scorso consente di sottoporre al voto popolare (sospensivo e non vincolante) normative o provvedimenti quando a chiederlo sono almeno 300mila cittadini. In questo caso le firme raccolte sono state circa 450mila e i promotori sono stati i gruppi euroscettici che hanno saputo trasformare un accordo prima di tutto commerciale, che crea una zona di libero scambio con l’Ucraina e rafforza i legami politici con l’Unione europea, in un’intesa che apre la via all’ingresso di Kiev nella Ue, simbolo di un’Europa che impone in modo non democratico le sue scelte ai cittadini. L'articolo di Michele Pignatelli su Il Sole 24 Ore.

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