Sbagliata la manovra di bilancio, Meloni fa finta di niente

Il bilancio che verrà, gli errori di Meloni

Nel governo la consapevolezza di uno scenario in via di deterioramento è altissima. Un livello di guardia che ieri era evidente nell’affanno con il quale il ministro Giorgetti parlava di «non eludibile» taglio della spesa. Davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, impegnate nell’esame della Nadef, ha ammesso che l’incertezza dei mesi e delle settimane scorse si è accentuata a causa degli eventi mediorientali, che aggiungono ulteriore instabilità a un quadro già reso complicato da conflitti e tensioni geopolitiche. Ed è a questo punto della sua audizione che è affiorata la prospettiva di misure austere, di forbici affilate, di sogni infranti di Matteo Salvini e della stessa Meloni, che però si era messa in carreggiata avendo frequentato più assiduamente Bruxelles (...) Il centrodestra, per paura di perdere le elezioni europee, non avrà il coraggio di dire la verità agli italiani, di avere sbagliato a impostare la manovra di bilancio. Così come non ce l'ha nel dover riconoscere l'incapacità di affrontare la questione migratoria con le promesse false del passato. Perché la colpa è sempre degli altri, di quelli che c'erano prima. Ma prima o poi i conti, anche quelli politici, arrivano. Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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La verità sullo spread che i politici non dicono

I politici nascondono la verità della situazione economica italiana

Si prenda l'andamento dello spread e il suo calo di questi giorni. Non esiste parte politica che non lo stia festeggiando, quasi fosse un risultato a lei ascrivibile. La recessione in arrivo sull’Eurozona sta schiacciando al prbasso da giorni tutti i rendimenti sovrani. Tutti. Compresi quelli dei nostri Btp (...) Chi sosteneva il Governo Draghi e avrebbe voluto che quell'esperienza proseguisse, come il Pd o Italia Viva, sottolinea come sia proprio la ferma determinazione con cui il Premier dimissionario sta spingendo sull'acceleratore degli affari correnti a operare da garanzia verso i mercati (...) Chi al Governo Draghi ha sempre fatto opposizione, sta utilizzando il calo del differenziale fra Btp e Bund come incoronazione de facto ed ex ante a palazzo Chigi, tanto che qualche simpaticone addirittura parla di Meloni spread (...) Se la Bce smettesse di comprare o rallentasse o diminuisse fermando le deroghe alla capital key, il nostro Paese sarebbe in rampa di lancio verso il Tpi. Il commento di Mauro Bottarelli su il Sussidiario.

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