Le steppe dei Tartari

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Credo sia opportuno scrivere all’inizio qualcosa che permetta a chi legge di trovare un fil rouge con i mondi che frequento dei quali solitamente la memoria  occidentale tende a contenere poche, scarne e spesso errate informazioni.

Mi auguro possa risultare interessante  seguire quello che è stato il mio filo rosso iniziato, arrivando nelle steppe del centro Asia ormai più di venti anni fa.

Scavando nella memoria, dovrebbe emergere per prima una foto del sussidiario della terza elementare in cui si vede una pista sterrata disegnare una esse in un prato verde.  

Questa foto recuperata da strati antichissimi, obliati nella memoria della nostra fanciullezza, è il punto di partenza del Fil rouge.

La distanza geografica tra il nostro rimpianto banco delle elementari e le steppe è di circa 9000 km; le distanze culturali et spirituali tra il nostro mondo e quest’ altro  posto a Levante le può misurare solamente il nostro inconscio, mai la ragione.

Apparentemente i moderni sistemi di comunicazione illudono creando ponti effimeri e fragili che collegano mondi frenetici che in realtà si combattono.

L’Asia che mi è entrata nel sangue e di cui posso scrivere è lenta, fatta di frammenti di saggezza utilizzata fino alla consunzione del pensiero, è leggera come lo sono le nuvole che ne macchiano il cielo color cobalto.  Il blu cobalto e l’oro sono i colori di questi luoghi.  Questi colori ci appartengono, sono parte della nostra cultura da alcuni secoli, non li riconosciamo, non li ricordiamo più, solamente perché, impolverati dal tempo, hanno perduto la loro brillantezza.

Scaviamo ancora nella nostra memoria di fanciulli: il presepio.  Sì il  nostro presepio ha per sfondo un cartone blu cobalto con stelle dorate e ... provenienti da est : ecco i Re Magi.

I Re Magi hanno parte importante nella nostra cultura popolare, provenivano da un Oriente indefinito descritto nei Vangeli di Matteo; provenienza onirica, fluttuante linea di confine con la leggenda.  Tutti noi sappiamo che le leggende hanno quasi sempre radici reali, razionali, ecco quindi che la leggenda si origina nel 1222, in concomitanza con l’invasione mongola in Russia meridionale che narrava l’intenzione dei Mongoli di avanzare fino a Colonia per riprendere possesso delle spoglie dei Re Magi.  In effetti le “reliquie “ erano  veramente conservate nella cattedrale tedesca dov’è erano state trasferite da Milano nel 1158. 

Milano, assai vicina al nostro banco delle elementari.

La leggenda vuole che i Magi provenissero da una regione chiamata Tarsa, corrispondente al regno Karakhitai. In persiano tarsa significa Cristiano, con una precisa allusione alle comunità Nestoriane che in quel regno si erano stabilite.  Temi biblici come la “Adorazione dei Magi” permettevano di rappresentare scene sontuose e fiabesche disseminate di elementi realistici.

Realtà o sogno? Occidente o Oriente? Pensiero guidato dal senso della linea retta e del sillogismo o approccio nel quale sussiste una valorizzazione indiretta del senso che si fa allusivo, etereo, silenzioso, fluttuante?

Chissà se alla mente di Lorenzo de’ Medici appartenevano queste due forme di pensiero, quando,  paludato come Re Magio, compare nell’affresco “ la processione dei Magi “ ? - (1459 - Cappella Palazzo Medici- Riccardi di Firenze )

Marco Ciglieri,  8 dicembre 2019

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Non c'è pace per l'economia mondiale

Con il 2008 ci sono tante - troppe - analogie. La prima è proprio quella del debito. A quei tempi le famiglie americane si erano esposte eccessivamente con le banche, perché i tassi d’interesse erano stati bassi per anni prima di salire. Questa volta i tassi d’interesse Usa sono stati ancor più bassi e la Fed ha stampato oltre 3mila miliardi di dollari: l’enorme quantità di denaro “facile” è però finita in buona parte nei bilanci delle aziende dei Paesi emergenti, che negli ultimi anni hanno trovato finanziamenti a tassi convenienti. Calcola l’Fmi che dal 2004 al 2014 il debito delle imprese di questi Stati sia passato da 4mila a 18mila miliardi di dollari. In Cina - stima Fitch - il debito complessivo (principalmente privato) è arrivato al 196% del Pil a settembre 2015. Il problema è che una grossa fetta di questo fardello è denominato in valuta estera e - calcolava l’IIf qualche mese fa riferendosi ai soli bond - solo il 30% è “assicurato” contro il rischio cambio. Insomma: un problema enorme. L'editoriale di Morya Longo su Il Sle 24 Ore.

Non c'è ancora la parola fine alla crisi mondiale

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Un'inadeguata Europa di fronte a problemi giganteschi

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Le sue risposte inadeguate a una crisi dopo l'altra generano la sgradevole impressione che, pur essendo un'associazione di democrazie ricche, con 28 Stati membri e oltre 500 milioni di abitanti, la Ue sia destinata a rappresentare sempre qualcosa di meno rispetto alla somma delle sue parti. Gli appelli infervorati da parte dei leader politici che vogliono dare la sveglia per un'Unione più efficiente e strettamente integrata – e ce ne sono stati molti nel corso del 2015 – si rivelano troppo spesso semplici parole di ipocrita reverenza nei confronti di un ideale. L'editoriale di Tony Barber su Il Sole 24 Ore.

L'Europa e i polli di Juncker

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