Il dopo guerra: fine della neutralità

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Guerra di Putin in Ucraina, neutralità addio!

Essere neutrali è una scelta complessa e non priva di effetti negativi (...) L'esempio di Finlandia e Svezia è quello più chiaro, ma di base nessuno, facendo parte di Ue o Nato, può dirsi davvero fuori dai giochi (...) Una parte del pianeta non si è voluta schierare apertamente con l'Ucraina senza nemmeno farlo con la Russia, perorando la volontà di giungere il prima possibile a un accordo o addirittura rimanendo estranei alla materia del contendere. Una scelta dettata da diverse esigenze che però sembrano evidenziare l'importanza della distanza fisica e culturale rispetto alla guerra che si sta combattendo. Il commento di Paolo Mauri, Andrea Muratore, Emanuel Pietrobon, Lorenzo Vita e Roberto Vivaldelli su il Giornale.

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La Bce sbugiarda il premier Conte

La vantata potenza di fuoco che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva annunciato di voler scatenare contro la crisi economica legata alla pandemia di coronavirus si è per ora dimostrata esistente solo nei bulimici annunci dell’inquilino di Palazzo Chigi. Già ad aprile, poco dopo l’approvazione del Decreto Liquidità sui prestiti alle imprese la Banca d’Italia aveva  espresso le sue più profonde perplessità sulla misura per bocca di Paolo Angelini, capo del dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria, secondo il quale la leva finanziaria messa in campo non era sufficiente a raggiungere i 400 miliardi di euro di garanzie promessi da Conte ma, al massimo, una cifra di poco più di 25 miliardi di euro. Il commento di Andrea Muratore su il Giornale.

Conte, i conti non tornano e l'economia langue

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Il conto alla rovescia per il Recovery Fund

"In assenza di un Piano nero su bianco, e in presenza di troppe chiacchiere, non si capisce che razza di contributo le Camere potranno dare. Dovranno contentarsi di qualche audizione. E quando l’assemblaggio delle proposte sarà stato completato, mancherà il tempo per discuterne a fondo. Così la grande scelta del domani verrà archiviata” (...) Quello del governo Conte è un balletto che rischia di concludersi in un gran pasticcio: il tempo stringe e per l'esecutivo c'è un serio rischio di mancare la deadline del 15 ottobre o di doppiarla con un programma insufficiente e non strutturato. L'autunno potrebbe far venire al pettine numerosi nodi dell'incoerente politica del governo, eccessivamente focalizzato sull'emissione di vuoti annunci. Il commento di Andrea Muratore su il Giornale.

In 60 giorni il governo si gioca tutto!

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