La sventura dell’elettore antipopulista alle Europee

Grande confusione nel centro moderato della politica italica

La strada per la nascita di un soggetto politico nuovo e forte a quel punto sembrava spianata, in particolare quando il Partito democratico ha deciso di abbandonare il passo riformista eleggendo come segretaria Elly Schlein, una giovane e vibrante donna non appartenente al Pd, una dirigente politica che addirittura avrebbe voluto occupare il Pd, cosa che poi effettivamente ha fatto anche grazie agli elettori dei Cinquestelle invitati a votare per lei alle primarie di un partito altrui (...) Che cosa dovrà fare, dunque, un elettore contrario al bipopulismo perfetto italiano il 9 giugno prossimo venturo? Una strada è quella di scegliere comunque Renzi o Calenda, chi dei due lo convince di più o che lo ha fatto imbestialire di meno, ma incrociando le dita e mettendo in conto la possibilità di sprecare il voto (...) Un'altra strada è quella di dimostrare rumorosamente la disaffezione e la stanchezza per le liti adolescenziali e farsi prendere dalla tentazione di scegliere dentro il Pd, l'unico partito costituzionale degli ultimi vent'anni, quei candidati liberal occidentali come Giorgio Gori, Irene Tinagli, Pierfrancesco Maran al Nord e Pina Picierno al Sud. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta

 

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Un’alternativa liberal alla Meloni è possibile

Giorgia Meloni non è invincibile! Il voto in Sardegna lo dimostra

Il successo acrobatico in Sardegna dell’alleanza Pd-Cinquestelle, pur con meno voti rispetto al centrodestra e con il consenso dei grillini ridotto di due terzi rispetto alle elezioni politiche di un anno e mezzo fa, assieme alla tragicomica performance di PiuEuropa e Azione, incredibilmente alleati con comunisti e anti Nato ma non con Renzi, ha riacceso la speranza delle opposizioni di poter battere a livello nazionale la destra di Giorgia Meloni, e ha riaperto il dibattito sulle alleanze nel campo progressista per costruire l’alternativa al governo. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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La pace con l’assassino di Navalny

  • Pubblicato in Esteri

L'accusa dell'Occidente: Navalny è stato assassinato

Navalny è solo l’ultimo di una lista che va da Anna Politkovskaya a Boris Nemtsov, e scusate se addebito agli sgherri di Putin anche l’assassinio del reporter di Radio Radicale Antonio Russo nel 2000 in Georgia. Forza, dunque, concediamo una via d’uscita onorevole al guappo del mandamento del Cremlino, non umiliamo il rapitore di bambini ucraini, non turbiamo il macellaio di arabi nonché sodale di Hamas, non offendiamo il diffusore seriale di caos nel mondo libero, non indispettiamo il finanziatore di ogni movimento fascista europeo e occidentale, non insolentiamo l’alleato degli ayatollah iraniani che uccidono le ragazze che si sciolgono i capelli, non facciamo irritare l’imperialista che cancella gli omosessuali nel suo paese e bombarda i civili in Ucraina nel tentativo di ripetere un genocidio culturale già riuscito ai suoi predecessori (...) La Russia è Putin, forse è anche peggio di Putin, perché culturalmente è ancora quella imperialista degli zar e dei sovietici, e su questo concentrato di fascismo messianico e suprematista Putin ha addestrato le nuove generazioni del suo paese. E con loro anche gli utili idioti del nostro. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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