La cattedropoli dei baroni dei nostri atenei e altre storie

Le trame concorsuali nelle università italiane sono variegate, ma l’effetto è sempre il medesimo. A Palermo, per esempio, la tempesta ha colpito l’ex ordinario di Scienza delle finanze Andrea Parlato. L’hanno beccato a telefono mentre diceva: «Sono quattro più il nostro... sono tutti d’accordo». Secondo l’accusa, il prof spiegava come sarebbe finito il concorso per l’abilitazione all’insegnamento universitario. Era il marzo 2015. «Mariù passerà», diceva al telefono. Mariù, Maria Concetta, è la figlia di Parlato, ricercatrice a Scienze politiche. Il commento di Fabio Amendolara su Panorama.

Concorsi all'Università, i trucchi per favorire i candidati "amici"

Leggi tutto...

Se l'Università affonda le colpe sono dei docenti

  • Pubblicato in Cultura

Grazie all’autonomia riconosciuta alle singole sedi universitarie, sono stati i professori universitari che fino ad ora hanno amministrato a proprio insindacabile giudizio l’organigramma della docenza nelle rispettive università. Sono stati loro che hanno deciso (e decidono) come impiegare i fondi a disposizione (scarsi, certo, sempre molto scarsi, ma questo è un altro discorso: tutti sono capaci di far bene quando il denaro scorre a fiumi) scegliendo ogni volta, per esempio, se far posto a due giovani ricercatori o a un ordinario, se promuovere un ricercatore nella fascia dei professori o, viceversa, far passare un professore dalla seconda alla prima fascia. Decisioni nella stragrande maggioranza delle quali il criterio fondamentale è stato sempre fatalmente uno solo: il favore ai propri amici e/o allievi, la tutela del proprio insegnamento o raggruppamento disciplinare a scapito anche di quelli che andrebbero oggettivamente rafforzati. Un editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera. 

Atenei d'Italia, i baroni dettano legge

Leggi tutto...

Le nostre università sbarrano le porte ai giovani

  • Pubblicato in Cultura

Uno su mille ce la fa? Magari! Nelle nostre università perfino l’incoraggiamento di Gianni Morandi è a vuoto: su 13.239 ordinari neppure uno, fosse pure Einstein, ha meno di 35 anni. E solo 15, poco più di uno su mille, è sotto i 40. Ma è tutto il sistema che sta invecchiando drammaticamente. L’età media si è impennata fino a 52 anni e mezzo. Mentre i docenti sotto la trentina (in genere ricercatori) sono crollati dal 2008 a oggi del 97%. «Avanti così, col turn-over che ci lascia prendere un giovane ogni due docenti che vanno in pensione, emorragia destinata ad aggravarsi, rischiamo nel 2020 di non avere più giovani che possano concorrere ai programmi europei», denuncia preoccupatissimo Stefano Paleari, rettore dell’ateneo di Bergamo e presidente della Crui, la conferenza dei rettori.  Un editoriale di Gian Antonio Stella.

Università, baroni in trincea

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .