L'immunità del gregge

Tempo fa, siccome mi serviva per un articolo, ho cercato su Google il prezzo di un modello di Rolex. Per sei mesi, non appena aprivo Internet, mi sono arrivate irrinunciabili offerte di Rolex. Volevo scrivere grazie, siete di molto gentili, però io non ho bisogno di un Rolex. Ma non sapevo a chi scrivere, finché quel qualcuno o qualcosa che aveva intercettato il mio interessamento ai Rolex non si è arreso. Adesso cercano di vendermi dischi di Glenn Gould, appartamenti a Manhattan, scarpe chiodate (forse inavvertitamente ho cliccato su una pubblicità di scarpe chiodate). Questo è quanto sanno di me, e me lo dicono, e chissà quanto altro sanno senza dirmelo. Ora siamo comprensibilmente perplessi per Immuni, la app da scaricare solo se si vuole (ma non è così vero, perché chi non vuole non potrà spostarsi liberamente) di modo che il governo tracci la nostra storia clinica e i nostri movimenti, e amministri la fase due scongiurando una ripresa dell'epidemia. Probabilmente ci fa paura che sia un'incombenza di Stato, ma ho il sospetto che se la app fosse stata lanciata da Facebook o da Apple come l'ultimo ritrovato della modernità per proteggere sé e gli altri, l'avremmo fatta nostra con lo spirito di chi vive col Sole in fronte. Sarebbe bello se si avviasse una discussione all'altezza dell'enormità della faccenda, e cioè su quanto siamo disposti a cedere della nostra segretezza, e dunque della nostra libertà, in cambio di una vita sicura e comoda, ma non si vuole sembrare spericolatamente ottimisti. Quando proporranno la app che segnala i debitori o i pregiudicati o i tossicodipendenti, sarà un passo in più del gregge verso l'ovile.

Mattia Feltri – La Stampa – 21 aprile 2020

Newsletter

. . . .