Elisa Rossi, una pittrice veneta in gara con Manet

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Il  nero e le sue luci nei dipinti dell’artista. Montebelluna:  a Villa Romivo    dal 6 aprile al 22 giugno. Un’antica leggenda  che ci  conduce a Venezia, città dove è nata l’artista, narra di un marinaio che mentre si trovava  sulla sua barca viene tentato dal canto  delle sirene, ma fedele alla sua promessa sposa     con   cui   a   breve   sarebbe   convolato     a   nozze   non   cede   al   richiamo   struggente.   Un fatto straordinario   ed   un’impresa   difficile     perché   il   mito   racconta   che   Ulisse   si   era   fatto   incatenare all’albero della nave dai suoi compagni per non cadere nella   fascinosa trappola del canto delle donne degli oceani. Come dono per la sua forza d’animo  la regina delle sirene gli regalò un velo da sposa per la sua amata, intessuto di ricami. Ebbe inizio   cosi una gara fra le fanciulle dell’isola di Burano per realizzare anche loro un capo straordinario del loro corredo. Sembrano   nascere   da una favola i ricami ad olio che vediamo, in mostra a Villa Romivo,  a Montebelluna, dipinti da Elisa.

Ed  un altro racconto, quello dell’anima sensibile della pittrice ci sollecitano ad ascoltare,  andando poi   ad   osservarli.   Guardando   con   attenzione   potremmo   riconoscere   i   luoghi   nei   tratti   che compongono la tela: le calli, i campi e   le viuzze. Sono gli   spazi dove la pittrice ha vissuto, dove sono nate le sue amicizie ed amori, dove si è seduta sulla panchina per leggere un libro e schizzare un disegno  o si è fatta incantare mirando  un  mondo pieno di luci, sospeso  fra le nubi del  cielo e i raggi   del sole,   toccato dalle infinite rifrazioni della   luce sull’acqua. Come le antiche merlettaie che dal 1500 nelle estati riempivano le calli e  tracciavano con il filo e l’ago: rosette, racemi, fiori ed animali,  con cui  realizzavano i corredi di spose vicine e lontane,  così Elisa con acribia e lentezza riempie gli spazi di un luogo ricco di lontani ricordi. E mentre quei momenti del passato ritornano nella  sua  mente,   lentamente   prendono  corpo  sulla  tela  quei  segni   che   sono  la  traccia   del  suo vissuto di donna artista. Una donna   che ha viaggiato in Italia, in Europa e in America ma che è tornata   nella     terra   che   ama.   Nelle   tele   della   pittrice   con   figura,   noi   leggiamo   il   mistero   della natura umana che  nel quadro  viene celata da un velo trasparente. Quel velo  può nascondere ma anche proteggere e     ci introduce in uno spazio intimo che essendo proprio della sfera privata, vuole tutela. Quella stoffa lieve e trasparente poi si modifica  ancora come per la magia di una fata che trasforma  i flutti dell’acqua in  trine e merletti.  Quel corredo prende forma e poi si solidifica anche nel nostro immaginario di donne: ieri, oggi o in un vicino futuro, spose.  Quel corredo che è un sogno così bello che ricorda le fantasie di  donne innamorate. Donne come Elisa che sui tappeti ricamati appesi in mostra poggiano i loro piccoli piedi   per trovare il percorso della loro vita che vogliono sia felice. Fra i tanti nomi che hanno intitolato le sue mostre ne cito alcuni che stanno a significare   proprio   questa   ricerca   dell’artista   dentro   il   cuore   umano,   dove   il   paesaggio   interiore diventa il filo o  la rete che si allaccia al mondo circostante e lo coglie e condensa in frammenti di poesia:  Passaggi. Trame di dialoghi silenziosi nel 2017 a Vicenza, Trasparenze nel 2018 a Treviso, El Poder de la presencia (Il potere della presenza) a Madrid, Ocean: under skin of the sea (Oceano: sotto la pelle del mare) a Berlino nel 2014 e nello stesso anno a Milano: Lo sguardo sul mondo e a Bologna:  Personae.  L’artista e il mondo,  noi e gli altri: in questo binomio una chiave di lettura della mostra  che   sarà   visitabile   fino   al   22   giugno   nelle   sale   di   Villa   Romivo   di   proprietà   delle Assicurazioni   Generali   che   ha   promosso   l’esposizione.   Grande   affluenza   di   pubblico   ieri all’inaugurazione a cui ha partecipato anche il sindaco di Montebelluna, il prof. Marzio Favero. La mostra presentata da Patrizia Lazzarin è stata organizzata da Sarah Saidmann e Cristina Paon.

Patrizia Lazzarin,  7 aprile 2019

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